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Il report sui reati ambientali "condanna" la Sicilia: dal cemento ai rifiuti, ecco gli abusi

Pubblicata la nuova indagine di Legambiente sulle Ecomafie. Nell'ultimo anno sono aumentate le attività criminali e le denunce in tutta Italia. La classifica delle regioni

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 10 luglio 2025

Una villetta abusiva da demolire

Legambiente ha pubblicato l’annuale report sulle Ecomafie, che come ogni anno indica lo status di salute della nostra democrazia, descrivendo quali sono le principali attività criminali legate all’ambiente. Purtroppo quest’anno il report reca cattive notizie.

Nel 2024 sono aumentate notevolmente le attività criminali, almeno seguendo gli standard degli anni precedenti. Sono infatti 40 mila i reati ambientali contestati nei 12 mesi dell’anno scorso, il 14,4 % in più rispetto al report del 2023.

Aumenta inoltre anche il numero delle persone denunciate, del 7,8%, essendo 37.186 i soggetti identificati dalle forze dell’ordine. In pratica, durante il 2024, ogni giorno ci sono stati 111,2 reati ambientali, con quasi 5 reati all’ora, anche durante le ore notturne.

Anche quest’anno la Sicilia risulta essere una delle prime tre regioni in cui si sono segnalati più reati ambientali, sebbene nel 2024 sia stata sorpassata dalla Puglia come seconda regione in cui sono stati effettuati un maggior numero di reati.

La Sicilia, quindi, attualmente si trova al terzo (poco invidiabile) posto in questo triste podio che elegge le regioni che presentano i maggiori problemi ambientali.

Ha visto un incremento anche il giro d’affari delle ecomafie, che oggi valgono 9,3 miliardi di euro in tutto il paese, lo 0,5 miliardi in più rispetto al 2023. «Aumentano anche le inchieste sui fenomeni corruttivi negli appalti di carattere ambientale», chiarisce all’interno del proprio comunicato stampa l’associazione.

«Sono 88 quelle censite da Legambiente dal 1° maggio 2024 al 30 aprile 2025, con 862 persone denunciate». Queste inchieste riguardano la realizzazione di diverse opere pubbliche come alla gestione di servizi pubblici, in particolare quelli relativi alla raccolta dei rifiuti urbani e alla depurazione.

Secondo questo report, i reati maggiormente commessi sono quelli che collegati alla filiera del cemento e all'abusivismo edilizio, in particolare con reati connessi agli appalti per opere pubbliche, con 13.621 illeciti accertati. Essi sono seguiti dai reati commessi all’interno del ciclo di gestione dei rifiuti e contro gli animali, silenti vittime di numerosi soprusi, in particolare tra le campagne siciliane.

Numerosi sono anche gli incendi e i crimini commessi contro il patrimonio artistico e culturale, con 2.956 reati segnali alle forze dell’ordine, tra cui diversi scavi illegali in noti siti archeologici siciliani.

«Nella lotta alla criminalità ambientale – ha commentato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – l’Italia deve accelerare il passo e può farlo con l’approvazione di una riforma fondamentale molto attesa, ossia il recepimento della direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente entro il 21 maggio 2026».

E aggiunge: «In questa legislatura si parla tanto di semplificazioni, poco di contrappesi in grado di fermare i furbi o i criminali che fanno concorrenza sleale alle imprese serie. Non a caso abbiamo inserito la presentazione di questo Rapporto nella nostra nuova campagna nazionale per costruire dal basso un “Clean Industrial Deal made in Italy” che garantisca decarbonizzazione, competitività e lotta all’illegalità».

Secondo Ciafani, «solo con il completamento di quella riforma di civiltà che abbiamo inaugurato nel 2015 con l’approvazione della legge sugli ecoreati si otterrà quel livello di sicurezza nazionale che invochiamo da più di 30 anni. Nessuna legge e nessun decreto ha fino ad oggi voluto raggiungere in modo concreto questo obiettivo».

Durante l’evento di presentazione del Report, Legambiente ha anche presentato 12 proposte atte a ridurre il numero di ecomafie in tutto il territorio nazionale, che vanno dal già citato recepimento della direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente al rafforzamento dei controlli ambientali e alla realizzazione di un piano nazionale contro l’abusivismo.

L'edizione di quest’anno è stata infine dedicata al 30ennale della scomparsa del Capitano di Fregata Natale De Grazia, morto nella notte del 13 dicembre del 1995. De Grazia prima di morire stava indagando sugli affondamenti sospetti nel mar Mediterraneo di diverse navi, al cui interno si celavano ingenti carichi di rifiuti.

Il primo rapporto Ecomafia è stato invece pubblicato da Legambiente nel dicembre del 1994, in collaborazione con l'Eurispes e l'Arma dei carabinieri.
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