TRADIZIONI
In Sicilia altro che "cucinare male": ecco tutte le ricette horror da (non) replicare
Un viaggio ironico tra i “crimini” della cucina siciliana: dall'arancina alla nutella, al formaggio sulla pasta al pesce, fino alle rivisitazioni che riescono a farsi perdonare

Una nonna siciliana davanti a un piatto di spaghetti al nero di seppia con il formaggio
Ci sono colpe che in Sicilia non si perdonano. Non si tratta di arrivare in ritardo a un appuntamento o dimenticare un compleanno: quelli, con un po’ di fortuna, si recuperano.
Parliamo di errori irreversibili, veri e propri crimini culinari, atti di insubordinazione gastronomica che farebbero svenire qualsiasi nonna palermitana.
Perché sì, ogni terra ha il suo tallone d’Achille. A Roma si rabbrividisce davanti alla panna nella carbonara, a Napoli si sussurra con orrore il nome di chi mette l’ananas sulla pizza, in Emilia-Romagna c’è chi ancora non ha superato il trauma delle lasagne con ragù di soia.
E in Sicilia? Qui bastano una spolverata di parmigiano sulla pasta al pesce, le melanzane della caponata sacrificate al forno invece che gloriosamente fritte e le arancine che, invece del ragù o del burro, nascondono un cuore di Nutella.
Non si tratta di semplice cucina, ma di identità. E l’identità, in Sicilia, non si tocca.
Quindi, palermitani, turisti o curiosi in cerca di esperimenti, sappiate che esistono confini invalicabili e varcarli è un affronto, un’eresia gastronomica. Ecco la nostra guida alle ricette siciliane "horror" da non replicare.
IL MENU DA INCUBO
Pasta al pesce col formaggio grattugiato
Il pesce è poesia e, sulla pasta, rende il piatto perfetto e completo. Eppure c’è chi, davanti a un piatto di pasta coi ricci o al nero di seppia, non resiste alla tentazione di affogarlo sotto una pioggia di parmigiano. Un gesto sconsiderato e deplorevole per i siciliani.
Melanzane (non) fritte
La parmigiana di melanzane è una celebrazione della frittura, un inno all’olio che sfrigola. Sostituire le melanzane fritte con quelle grigliate o al forno non ha senso. Stesso discorso per la caponata in friggitrice ad aria o – peggio – per la Norma dove le melanzane cuociono direttamente nel sugo. Non è cucina “light”, ma un’evocazione triste di ciò che poteva essere, come uno studente "intelligente che non si applica".
Frutti di mare sulla pizza
Unire elementi di mare e di terra potrebbe sembrare un’idea romantica. In realtà, affogare i frutti di mare nell’umidità della mozzarella sulla base della pizza è una scelta da "fame chimica", non c'è altra spiegazione. E poi da sobrio, al primo morso, ti chiedi perché non hai scelto una margherita.
Pasta al forno senza anelletti
Gli anelletti sono l’architettura portante della pasta al forno siciliana. Sostituirli con penne, rigatoni o – peggio – spaghetti spezzati, è un attentato all'aura di questa grande opera d'arte.
Arancina alla Nutella
Dolce e salato possono convivere, certo. Ma infilare la Nutella nel cuore di un’arancina è un po’ come mettere lo zucchero nella minestra. Nulla può sostituire la sensazione stupenda che si prova mordendo un'arancina alla scoperta del morbido ripieno al burro o alla carne.
Ci sono, tuttavia, anche delle rivisitazioni moderatamente tollerate, che alcuni siciliani hanno osato sperimentare nel tempo e hanno conquistato palati non troppo esigenti.
Ecco alcune di queste ricette.
LE RIVISITAZIONI MODERATE
Cannolo al forno
Sì, esiste. E sì, è siciliano. Il “cannola o funnu”, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo, ha una sua dignità storica e un sapore autentico, anche se non crocchia come quello fritto. Qui non si grida allo scandalo, ma si sussurra comunque “meglio fritto”.
Pasta cu ricuagghiu con la panna
Per i puristi, è un’eresia. Per i più tolleranti, è una variante cremosa che coccola il palato. Nata ben prima della carbonara, la pasta cu riquagghiu mantiene alcuni ingredienti del celebre piatto romano, rinunciando al guanciale. Una licenza poetica che non dispiace a molti siciliani. Qui trovate la nostra ricetta.
Pasta di Sferracavallo
Negli anni ’80 faceva impazzire Palermo: panna, vodka e gamberi. Conosciuta anche con il nome di "mare e monti", la pasta di Sferracavallo è una ricetta che prende il nome dall'antica borgata marinara perchè è proprio qui che nasce e si diffonde. Oggi è un tuffo nel passato, più kitsch che blasfemo (qui trovate la ricetta).
Pasta di Altofonte
Qui il colpo di scena è il latte di mandorla nella salsa, dolcezza inattesa che incontra il pomodoro. La "pasta alla parchitana" o di Altofonte ha origini molto antiche e, come dice il nome, nasce a "u parcu" sopra Palermo. Se siete curiosi di scoprire come si prepara, qui trovate la ricetta.
Sfincione con la milza
Sembra il risultato di una sfida tra cuochi progressisti, e invece esiste davvero. Lo sfincione soffice accoglie la milza in un matrimonio di sapori forti. Non è per tutti, ma per chi ama il genere può creare dipendenza.
IL CRIMINE EXTRA
E poi c’è lui, il crimine non scritto ma universalmente riconosciuto: la porzione gourmet. In Sicilia un piatto deve essere abbondante, generoso. Arrivare al tavolo con cinque rigatoni disposti a fiore, una fogliolina di basilico e un filo d’olio messo col contagocce è un affronto.
Insomma, qualunque sia il piatto che scegliete di gustare, se non terminate il pasto con una sensazione di appagamento significa che non avete mangiato davvero siciliano.
Parliamo di errori irreversibili, veri e propri crimini culinari, atti di insubordinazione gastronomica che farebbero svenire qualsiasi nonna palermitana.
Perché sì, ogni terra ha il suo tallone d’Achille. A Roma si rabbrividisce davanti alla panna nella carbonara, a Napoli si sussurra con orrore il nome di chi mette l’ananas sulla pizza, in Emilia-Romagna c’è chi ancora non ha superato il trauma delle lasagne con ragù di soia.
E in Sicilia? Qui bastano una spolverata di parmigiano sulla pasta al pesce, le melanzane della caponata sacrificate al forno invece che gloriosamente fritte e le arancine che, invece del ragù o del burro, nascondono un cuore di Nutella.
Non si tratta di semplice cucina, ma di identità. E l’identità, in Sicilia, non si tocca.
Quindi, palermitani, turisti o curiosi in cerca di esperimenti, sappiate che esistono confini invalicabili e varcarli è un affronto, un’eresia gastronomica. Ecco la nostra guida alle ricette siciliane "horror" da non replicare.
IL MENU DA INCUBO
Pasta al pesce col formaggio grattugiato
Il pesce è poesia e, sulla pasta, rende il piatto perfetto e completo. Eppure c’è chi, davanti a un piatto di pasta coi ricci o al nero di seppia, non resiste alla tentazione di affogarlo sotto una pioggia di parmigiano. Un gesto sconsiderato e deplorevole per i siciliani.
Melanzane (non) fritte
La parmigiana di melanzane è una celebrazione della frittura, un inno all’olio che sfrigola. Sostituire le melanzane fritte con quelle grigliate o al forno non ha senso. Stesso discorso per la caponata in friggitrice ad aria o – peggio – per la Norma dove le melanzane cuociono direttamente nel sugo. Non è cucina “light”, ma un’evocazione triste di ciò che poteva essere, come uno studente "intelligente che non si applica".
Frutti di mare sulla pizza
Unire elementi di mare e di terra potrebbe sembrare un’idea romantica. In realtà, affogare i frutti di mare nell’umidità della mozzarella sulla base della pizza è una scelta da "fame chimica", non c'è altra spiegazione. E poi da sobrio, al primo morso, ti chiedi perché non hai scelto una margherita.
Pasta al forno senza anelletti
Gli anelletti sono l’architettura portante della pasta al forno siciliana. Sostituirli con penne, rigatoni o – peggio – spaghetti spezzati, è un attentato all'aura di questa grande opera d'arte.
Arancina alla Nutella
Dolce e salato possono convivere, certo. Ma infilare la Nutella nel cuore di un’arancina è un po’ come mettere lo zucchero nella minestra. Nulla può sostituire la sensazione stupenda che si prova mordendo un'arancina alla scoperta del morbido ripieno al burro o alla carne.
Ci sono, tuttavia, anche delle rivisitazioni moderatamente tollerate, che alcuni siciliani hanno osato sperimentare nel tempo e hanno conquistato palati non troppo esigenti.
Ecco alcune di queste ricette.
LE RIVISITAZIONI MODERATE
Cannolo al forno
Sì, esiste. E sì, è siciliano. Il “cannola o funnu”, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo, ha una sua dignità storica e un sapore autentico, anche se non crocchia come quello fritto. Qui non si grida allo scandalo, ma si sussurra comunque “meglio fritto”.
Pasta cu ricuagghiu con la panna
Per i puristi, è un’eresia. Per i più tolleranti, è una variante cremosa che coccola il palato. Nata ben prima della carbonara, la pasta cu riquagghiu mantiene alcuni ingredienti del celebre piatto romano, rinunciando al guanciale. Una licenza poetica che non dispiace a molti siciliani. Qui trovate la nostra ricetta.
Pasta di Sferracavallo
Negli anni ’80 faceva impazzire Palermo: panna, vodka e gamberi. Conosciuta anche con il nome di "mare e monti", la pasta di Sferracavallo è una ricetta che prende il nome dall'antica borgata marinara perchè è proprio qui che nasce e si diffonde. Oggi è un tuffo nel passato, più kitsch che blasfemo (qui trovate la ricetta).
Pasta di Altofonte
Qui il colpo di scena è il latte di mandorla nella salsa, dolcezza inattesa che incontra il pomodoro. La "pasta alla parchitana" o di Altofonte ha origini molto antiche e, come dice il nome, nasce a "u parcu" sopra Palermo. Se siete curiosi di scoprire come si prepara, qui trovate la ricetta.
Sfincione con la milza
Sembra il risultato di una sfida tra cuochi progressisti, e invece esiste davvero. Lo sfincione soffice accoglie la milza in un matrimonio di sapori forti. Non è per tutti, ma per chi ama il genere può creare dipendenza.
IL CRIMINE EXTRA
E poi c’è lui, il crimine non scritto ma universalmente riconosciuto: la porzione gourmet. In Sicilia un piatto deve essere abbondante, generoso. Arrivare al tavolo con cinque rigatoni disposti a fiore, una fogliolina di basilico e un filo d’olio messo col contagocce è un affronto.
Insomma, qualunque sia il piatto che scegliete di gustare, se non terminate il pasto con una sensazione di appagamento significa che non avete mangiato davvero siciliano.
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