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L'Accademia di Belle Arti a Expo Osaka: un ponte (d'acqua) tra Palermo e il Giappone

L'Accademia d'arte è in Giappone con due opere "Mediterraneo Fantastico" e "La Grande foto": un messaggio di dialogo, cura e dignità che parte proprio dal mare

Marta Mangiapane
Laureata in Mediazione Culturale del Patrimonio Artistico
  • 6 ottobre 2025

Un’occasione straordinaria, in cui l’arte e il design sono presentati come strumenti privilegiati per contribuire alla costruzione di un mondo più sostenibile, solidale e innovativo.

Fino al 7 ottobre 2025 l’Accademia di Belle Arti di Palermo è in Giappone, ospite al Padiglione Italia dell’Expo di Osaka con una partecipazione che unisce impegno concettuale, qualità formale e responsabilità culturale.

Inserita nel progetto nazionale WOW “We One Wave – Art and Design for future lives”, co‑finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), Palermo condivide uno spazio comune con altre undici Accademie di Belle Arti e quattro ISIA italiane, per esporre progetti individuali all’interno di una importante cornice.

L’acronimo WOW (We One Wave) affonda le sue radici nella forza evocativa dell’acqua: elemento vitale, simbolo di purificazione e rigenerazione, richiamato dal logo stesso dell’Expo di Osaka.

L’acqua diventa metafora di flusso, trasformazione e continuità; così come l’onda, essa è anche onda di idee, energia collettiva e proposte che si propagano, invitando a dare forma al domani. In un momento storico segnato da profonde tensioni globali, questa immagine assume una valenza ancora più potente: essere “onda” significa oggi opporsi all’indifferenza, farsi portatori di un’idea di coesistenza che non ceda alla logica della violenza.

Il contributo dell’Accademia di Palermo è articolato in due opere concepite appositamente per l’evento e in una selezione di lavori realizzati dagli studenti, raccolti nell’“Atlante della Creatività”, l’installazione multimediale progettata dall’Accademia di Roma.

La scelta di inserirsi anche nell’Atlante della Creatività rafforza l’idea di una visione collettiva: l’installazione multimediale curata da Roma offre una piattaforma di visibilità condivisa per le Accademie e gli ISIA, e consente alla proposta palermitana di inserirsi in un disegno più ampio, come tassello significativo di un mosaico nazionale.

È in questo dialogo, tra individualità e rete, che si misura la capacità delle istituzioni artistiche di articolare risposte alle sfide contemporanee. «Essere presenti a Osaka per l’Expo 2025 - spiega il Direttore di ABAPA Umberto De Paola - è importante per tre ragioni fondamentali. La prima, perché ci consente di presentare la produzione artistica e la ricerca che si svolgono all’interno delle istituzioni AFAM, cuore della nostra alta cultura.
La seconda, perché offre l’occasione di raccontare la storia delle nostre Accademie attraverso la valorizzazione del loro patrimonio e del loro passato. Infine, perché l’arte è un linguaggio universale che porta con sé un messaggio di pace e di fratellanza, oggi più che mai necessario. In questo senso, la presenza di Abapa con il progetto “Mediterraneo fantastico”, con la "Grande foto", racconta una duplice storia.

La prima è quella di Palermo come città del Mediterraneo: un mare che non deve dividere, ma al contrario unire le civiltà, un mare che dev’essere ponte e non confine. La seconda è la storia di una comunità: quella che si raccoglie attorno all’Accademia di Palermo, ritratta in un unico scatto per affermare il valore dello stare insieme, della condivisione, del senso di comunità».

Mediterraneo Fantastico, è una performance audiovisiva di trenta minuti ideata dai docenti Marco Battaglia, Marco Messina e Roberto Salvaggio in collaborazione con gli studenti Viola Glorioso e Stefano Lo Re. Nell’Auditorium del Padiglione Italia si costruisce un’esperienza immersiva che intreccia suoni, immagini e parole per narrare il Mediterraneo come spazio simbolico e reale: tra miti, tradizioni, migrazioni, mestieri, sogni e tragedie.

Il racconto attraversa la dialettica tra l’essere umano e l’acqua, mostrando il mare non solo come madre generatrice, ma anche come confine, abisso, promessa e limite. In un contesto geopolitico dove i confini diventano teatri di guerra, il Mediterraneo torna a essere specchio delle nostre contraddizioni: ponte e barriera, rifugio e frontiera.

Da questa tensione nasce una proposta di futuro in cui la pace, l’incontro tra culture e la cura dell’ambiente non sono illusioni, bensì fondamenti necessari per un orizzonte condiviso. La Grande Foto, è un video di cinque minuti che documenta i preparativi per uno scatto collettivo eseguito lo scorso 13 maggio nei Cantieri Culturali alla Zisa, davanti alle aule dell’Accademia. Il modello visivo trae spunto da un’immagine storica che ritraeva decine di operai davanti alle Officine Ducrot; studenti, docenti e personale amministrativo si riuniscono nello stesso luogo per ridare vita a quel gesto originario, in un atto simbiotico di memoria, presenza e convivialità.

«Quello che abbiamo realizzato con La Grande Foto – afferma Umberto De Paola – è un potente “ritratto di famiglia” che abbiamo poi utilizzato come elemento generativo di un video il cui fulcro tematico è l’idea di sostenibilità per le città del domani. Nella comunità di ABAPA sappiamo che il nostro stare insieme prende corpo dal fare. Un fare che è progetto, è espressione, è costruzione, è racconto. E sappiamo altresì che il terreno in cui operiamo ogni giorno è quello fertilissimo della differenza».

«La presenza di ABAPA all’EXPO di Osaka – afferma il presidente dell’Accademia Leonardo Di Franco – rappresenta una grande occasione per lanciare, attraverso il linguaggio dell’arte, un vibrante messaggio di pace e di speranza al mondo intero, in un momento di crisi del multilateralismo e del dialogo, che paradossalmente è alla base di qualsiasi EXPO internazionale. La fratellanza fra gli esseri umani, insieme alla libertà e all’eguaglianza, sono infatti il presupposto indispensabile per una società più giusta e pacifica, e rappresentano per noi le fondamenta della società del futuro che vorremmo contribuire a progettare».

Questi due progetti sono esito di un percorso laboratoriale condiviso, che ha trasformato le aule e i workshop dell’Accademia in veri “cantieri culturali”. L’obiettivo dichiarato è fare della progettualità e del processo collettivo non solo strumenti pedagogici, ma modalità di espressione del fare contemporaneo.

L’Accademia di Palermo afferma così una pratica capace di abitare il contesto locale e di dialogare con il panorama delle arti internazionali. Daniela Bigi, curatrice del programma sottolinea come «Nel suo complesso, il nostro progetto per l’Expo ribadisce che la creatività deve essere ben irrigata affinché possa trasformarsi in una modalità etica ed estetica di stare al mondo.

L’idea di sostenibilità che portiamo a Osaka risiede nel ricercare uno speciale equilibrio tra quanto si può progettare e quanto appartiene al nostro intorno, tra ciò che si lega al corpo e ciò che ci arriva dalla storia, tra le piante, i vènti e le discipline dell’arte».

L’Accademia di Palermo, con questo impegno, dimostra la propria vocazione a essere spazio vitale di ricerca, sperimentazione e responsabilità culturale. Portando Mediterraneo Fantastico e La Grande Foto all’Expo di Osaka, non si limita a esporre opere: consegna un messaggio di dialogo, cura e dignità, che parte dal Mediterraneo, attraversa la geografia dei popoli e si proietta verso un futuro possibile.

Il pubblico internazionale che incontrerà queste opere non assisterà soltanto a spettacoli ma sarà invitato a riflettere sull’origine e sulla traiettoria del nostro stare insieme. In un momento in cui il dibattito internazionale sul dialogo, le identità e la sostenibilità è centrale, e in cui l’urgenza di trovare vie di pace e riconciliazione tra i popoli è evidente, il contributo palermitano a WOW assume una dimensione strategica: portare all’attenzione globale una creatività che sa pensare attraverso l’azione e che reclama il ruolo dell’arte non come ornamento, ma come motore di trasformazione culturale.
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