ARTE E ARCHITETTURA
"Cosmogonia mediterranea": l'opera di Domenico Pellegrino torna a Lampedusa
Domenico Pellegrino richiama la Sicilia con un'opera subacquea immaginata per raccontare il Mediterraneo: il ritorno a Lampedusa dal 29 luglio al 30 settembre
L'artista Domenico Pellegrino
Alla scoperta di un eccezionale viaggio subacqueo a largo di Lampedusa: è "Cosmogonia mediterranea", l'installazione di Domenico Pellegrino che fa intimamente e storicamente parte dell’isola dove è nata e fa ritorno dal 29 luglio al 30 settembre.
Un profluvio pop di decori barocchi che prendono spunto dalle classiche luminarie di paese: la Sicilia di luce creata dell'artista, si rifà ai carretti e alle luminarie dei giorni di festa. una Sicilia che dal fondo del mare illumina la strada per chi approda; ma segna anche il confine di chi non riesce a completare il viaggio.
«L'ho pensata per Lampedusa perché andando su quest'isola ho fatto un viaggio al contrario – spiega Pellegrino - ho percorso la rotta dei viaggiatori, ma anche degli immigrati dal mare. Ho pensato a una luce da raggiungere, ma ad una luce che non ha una forma ben precisa. È una via di salvezza nel buio totale della navigazione. Ho come immaginato chi non è riuscito ad arrivare a questa luce, ma se l’è portata dietro. È come se fosse rimasta nella retina dell’occhio l’ultima immagine: la luce della mia terra, la luce della Sicilia».
Pensata proprio per l'isola di Lampedusa e adagiata per un solo giorno nei fondali della Guitgia nel luglio 2016, sarà riportata sull’isola e posizionata proprio nel punto dove arrivano le navi che salvano i migranti in mezzo al mare e dove verrà organizzato, al tramonto, una "bagno purificatore" che coinvolgerà tutti, i residenti, i turisti e i migranti del centro accoglienza.
In contemporanea oltre a Lampedusa, altri due fari di luce comporranno la "Cosmogonia" di Domenico Pellegrino: una al parco Cerriolo di Custonaci per poi trasferirsi, come scultura di legno, fino al 4 settembre al Centro Culturale Espositivo del Marmo e un’altra sul lungomare di Capo d’Orlando.
Un cammino continuo che assorbe l’intera isola: attualmente sono infatti sei i punti dove risplende la "Cosmogonia", visto che è stata già posizionata a Palazzo De Seta di Palermo e al Museo Riso, oltre al Farm Cultural Park di Favara. Prima di ritornare a Lampedusa, l’installazione ha toccato altri lidi per raccogliere le voci, ricaricarsi tramite i luoghi e le persone che virtualmente incontra.
Ma il viaggio di "Cosmogonia Mediterranea" non si esaurisce: quando verrà tratta fuori dall’acqua, troverà una casa sull’isola; il 3 ottobre, giorno che in cui si ricordano i 366 morti nel naufragio del 2013, verrà sollevata dall’acqua e posta sul molo Favaloro, nel punto in cui arrivano le navi che soccorrono in mare i migranti.
"Cosmomogonia Mediterranea", che riproduce una Sicilia luminosa 400x100 cm, è il primo "prodotto subacqueo" partorito da Domenico Pellegrino: una struttura complessa che combina arte e tecnologia realizzata in laminato di zinco 6 mm, con luci Led a basso voltaggio che brillano sott’acqua.
Creata dallo scultore nisseno, l'installazione è un patto con l’isola e le isole: «La mia Sicilia è un atto d’amore alla terra, al cielo, al mare, alla gente. Immersa, l'opera diventa un segreto, celato agli occhi, incastonato nel pensiero».
Un gesto di complicità tra l’artista e Lampedusa. Un gesto forte che ha tramutato la sua passione in una nuova possibilità di arte sottomarina che si inabissa nei fondali del Mediterraneo e che disegna sentieri di stelle colorate per indicare la strada ai migranti.
Un profluvio pop di decori barocchi che prendono spunto dalle classiche luminarie di paese: la Sicilia di luce creata dell'artista, si rifà ai carretti e alle luminarie dei giorni di festa. una Sicilia che dal fondo del mare illumina la strada per chi approda; ma segna anche il confine di chi non riesce a completare il viaggio.
«L'ho pensata per Lampedusa perché andando su quest'isola ho fatto un viaggio al contrario – spiega Pellegrino - ho percorso la rotta dei viaggiatori, ma anche degli immigrati dal mare. Ho pensato a una luce da raggiungere, ma ad una luce che non ha una forma ben precisa. È una via di salvezza nel buio totale della navigazione. Ho come immaginato chi non è riuscito ad arrivare a questa luce, ma se l’è portata dietro. È come se fosse rimasta nella retina dell’occhio l’ultima immagine: la luce della mia terra, la luce della Sicilia».
Pensata proprio per l'isola di Lampedusa e adagiata per un solo giorno nei fondali della Guitgia nel luglio 2016, sarà riportata sull’isola e posizionata proprio nel punto dove arrivano le navi che salvano i migranti in mezzo al mare e dove verrà organizzato, al tramonto, una "bagno purificatore" che coinvolgerà tutti, i residenti, i turisti e i migranti del centro accoglienza.
In contemporanea oltre a Lampedusa, altri due fari di luce comporranno la "Cosmogonia" di Domenico Pellegrino: una al parco Cerriolo di Custonaci per poi trasferirsi, come scultura di legno, fino al 4 settembre al Centro Culturale Espositivo del Marmo e un’altra sul lungomare di Capo d’Orlando.
Un cammino continuo che assorbe l’intera isola: attualmente sono infatti sei i punti dove risplende la "Cosmogonia", visto che è stata già posizionata a Palazzo De Seta di Palermo e al Museo Riso, oltre al Farm Cultural Park di Favara. Prima di ritornare a Lampedusa, l’installazione ha toccato altri lidi per raccogliere le voci, ricaricarsi tramite i luoghi e le persone che virtualmente incontra.
Ma il viaggio di "Cosmogonia Mediterranea" non si esaurisce: quando verrà tratta fuori dall’acqua, troverà una casa sull’isola; il 3 ottobre, giorno che in cui si ricordano i 366 morti nel naufragio del 2013, verrà sollevata dall’acqua e posta sul molo Favaloro, nel punto in cui arrivano le navi che soccorrono in mare i migranti.
"Cosmomogonia Mediterranea", che riproduce una Sicilia luminosa 400x100 cm, è il primo "prodotto subacqueo" partorito da Domenico Pellegrino: una struttura complessa che combina arte e tecnologia realizzata in laminato di zinco 6 mm, con luci Led a basso voltaggio che brillano sott’acqua.
Creata dallo scultore nisseno, l'installazione è un patto con l’isola e le isole: «La mia Sicilia è un atto d’amore alla terra, al cielo, al mare, alla gente. Immersa, l'opera diventa un segreto, celato agli occhi, incastonato nel pensiero».
Un gesto di complicità tra l’artista e Lampedusa. Un gesto forte che ha tramutato la sua passione in una nuova possibilità di arte sottomarina che si inabissa nei fondali del Mediterraneo e che disegna sentieri di stelle colorate per indicare la strada ai migranti.
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