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Degrado Vucciria: risposta del Comune alle polemiche

L'assessore Agata Bazzi scrive una lettera alla signora Rosy Minnone sugli interventi che il Comune svolgerà per la Vucciria: riceviamo e pubblichiamo

Balarm
La redazione
  • 15 settembre 2012

Leggo la lettera della Signora Rosy Minnone di richiesta di aiuto contro il degrado e l’illegalità alla Vucciria. Mi sembra una buona occasione sia per raccontare quanto questa Amministrazione ha avviato per l’area della Vucciria, sia per illustrare i criteri generali che sottendono l’odierna politica pubblica per riqualificazione del Centro Storico. Il processo di rinascita della città storica è stato avviato negli anni ’90.

Chi ne ha l’età ricorda le condizioni del Centro Storico prima del PPE, dei contributi ai privati, del restauro dei più importanti monumenti, del rifacimento delle fognature e delle pavimentazioni. E non può non ricordare anche la risposta dei cittadini, le tante iniziative culturali, l’improvviso risveglio dell’amore dei palermitani per il luoghi della città che racchiudono le radici dell’identità e dei valori civici sedimentati.

Oggi il Centro Storico è un’area a due velocità. Ci sono zone dove i piani e gli interventi pubblici hanno creato una base sulla quale ha attecchito il mercato privato: nuovi abitanti, recupero edilizio diffuso, restauro dei palazzi, nascita di attività commerciali e di intrattenimento. Ci sono ancora però sacche di gravissimo degrado, fisico ma soprattutto sociale, con situazioni pesanti di illegalità e di disperazione.

È evidente che le risposte devono essere differenziate, mirate alla natura degli specifici problemi. Se anni di assenza di controllo del territorio hanno portato all’anarchia nello spazio pubblico, nelle zone in cui si è insediata la residenza in ambiti edilizi recuperati, la soluzione va cercata in interventi di governo dell’uso, in educazione al comportamento civico, in sanzioni repressive di qualunque azione mortifichi o attacchi la possibilità del vivere civile. Ma le basi ci sono, c’è una popolazione dignitosa che organizza una domanda collettiva articolata. C’è insomma un dialogo aperto tra l’amministrazione e i cittadini che si appoggia su obiettivi e valori comuni. Nelle zone della disperazione invece, interventi meramente repressivi o coercitivi rischiano di essere controproducenti, dando luogo solo a tensione sociale e non risolvendo i problemi alla radice.

Bisogna invece agire sulla struttura in modo profondo, individuando il problema, concentrando gli interventi, governando con decisione i tempi e i soggetti delle azioni. Questo è il caso della Vucciria in generale e di piazza Garraffello in particolare. Ma è anche il caso di alcune parti dell’Albergheria o di vicolo degli Orfani al Capo, per citare le zone che sono all’attenzione dell’Assessorato al Centro Storico in questo momento.

A Piazza Garraffello non ci sono abitanti né costruzioni sane. La piazza è delimitata da ruderi o da palazzi fatiscenti a volte occupati abusivamente. Nelle zone immediatamente limitrofe della Vucciria i pochi abitanti e i turisti più coraggiosi che sfidano il degrado sono insufficienti a tenere in vita il mercato. Le poche case ristrutturate dallo IACP hanno introdotto una popolazione che non si è radicata. Moltissimi edifici sono abbandonati, le aree vuote si trasformano rapidamente in discariche. Tutto questo ha portato alla nascita di innumerevoli locali abusivi, aperti tutta la notte, che pure hanno avuto successo in una fascia di giovani ai quali la città non offre possibilità di svago a basso costo. Il risultato è quello raccontato, con i toni dell’esasperazione, dalla Signora Minnone.

C’è anche un ricambio generazionale nel quartiere. I vecchi commercianti non ci sono più e le attività commerciali chiudono. Il vecchio ordine “da paese”, tenuto da persone e lavori della tradizione, scompare rapidamente, ma non del tutto. Rimane, per chi ci vive ed è capace di dialogare, una rete di solidarietà e di conoscenza. Rubano il motorino ma, se sei “dei loro” te lo restituiscono anche. Alcuni cominciano a capire, chiedono di “mettersi in regola”. Il processo di trasformazione è in embrione, bisogna, oggi o mai più, fare crescere questo embrione in modo sano. Per fare ciò sto cercando di concentrare le possibilità e le opportunità in un’azione rapida e unitaria.

Sono stati programmati, già in passato, interventi e sono state destinate risorse per il rifacimento delle fognature e della pavimentazione di piazza Garraffello e via dei Cassari. Ma questo nucleo di intervento pubblico, perché sia efficace, deve essere affiancato dall’intervento pubblico/privato sull’edilizia. Il grande Palazzo Lo Mazzarino e altri edifici minori, nella piazza, in via dei Cassari e in via Terra delle mosche sono in graduatoria per i contributi. L’approvazione dei progetti sarà particolarmente rapida e i proprietari sono stati chiamati e avvisati dell’obbligo del rispetto dei tempi di inizio e di fine dei lavori, altrimenti perdono il contributo. Altri due Palazzi monumentali sono di proprietà interamente privata. Anch’essi sono stati chiamati al tavolo comune. Il mancato investimento deriva da lentezze procedurali ma soprattutto dalla preoccupazione di investire in una zona ad alto rischio. Il tavolo si è dato un cronoprogramma al cui rispetto anche i privati si sono impegnati, con l’ulteriore garanzia che ci sarà un presidio di controllo dei cantieri.

Infine l’angolo dell’antica Loggia dei Catalani sarà oggetto di un intervento congiunto pubblico/privato attraverso la formazione di un comparto (strumento agile di intervento in caso di proprietà frazionate) per la realizzazione di un progetto unitario, che concentra la proprietà pubblica al piano terra e quella privata ai piani superiori. Si creerà così una continuità tra piazza Garraffello e piazza Appalto, retrostante, dove troveranno spazio botteghe e servizi. Sarà anche restaurato quel che resta della Loggia medioevale, tre archi gotici i cui pezzi sono da anni gelosamente custoditi nel cantiere comunale.

Non sono sogni. Il passaggio tra i sogni e le costruzioni avviene attraverso il governo della tecnica e dei soggetti attivi. Quando si converge su un programma comune fatto di tempi e di azioni concrete i sogni possono realizzarsi. È una sfida e ci credo così tanto che mi sbilancio a dire che sarà possibile vedere l’apertura dei cantieri nei primi mesi del 2013. Con procedure simili stiamo andando avanti nelle altre aree del degrado, sulle quali non mi dilungo perché questa è soprattutto una risposta alla Signora Minnone.

Ciascuna area è diversa, con il suo problema e la sua storia, che oggi è diventata tragica. Diverse sono anche le risposte, ma il metodo è uguale: lavorare ad un programma rapido, convergente su un obiettivo comune e condiviso, con tutti coloro che sono coinvolti, il pubblico, i privati, le associazioni di volontariato, la parrocchia. Tra questi, l’Assessorato al Centro Storico mantiene una competenza tecnica e procedurale, e una regia attiva, pressante e partecipe, nel rispetto dei ruoli e delle esigenze di tutti e soprattutto nel rispetto dei tempi fisiologici della ricostruzione dei valori e delle pietre della città antica.

Agata Bazzi
Assessore Comunale al Centro Storico

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