Giacomo Cacciatore: Palermo dagli occhi di vetro
E come questo ragazzino può sentire il desiderio di esorcizzarle una volta cresciuto”. Questo bellissimo romanzo è un thriller corale che si snoda attorno alla figura di Giovanni Vetro, bambino, adolescente e infine adulto, che vive con coraggio e consapevolezza un dramma che è più che familiare: suo padre è un poliziotto venduto alla mafia ma è anche un uomo che ha un’altra famiglia, altri figli che ha tradito e lasciato soli, è un padre che non può essere un modello. L’ultima fatica narrativa dell’autore riesce a dare vita a una narrazione equilibrata, originale, fatta di personaggi a tutto tondo che si muovono su un intreccio quanto mai avvincente che non si abbandona ad atmosfere surreali, ma tiene i piedi ben piantati nella realtà. Interessanti ben legati a tutto il testo i riferimenti cinematografici: “Io sono un appassionato di cinema. Direi che per buona parte della mia vita ho visto le cose come da dietro l’obiettivo di una macchina da presa. – così lo scrittore ci ha spiegato le contaminazioni cinematografiche del suo libro - Era un modo per prendere le distanze dalla realtà, ma anche un espediente per dilatare i fatti, scomporli, interpretarli. Un libro che parla delle contraddizioni di una città: “Vivo da sempre a Palermo, è inevitabile che molto di quello che scrivo nasca da questo assunto. – conclude lo scrittore - E poi c’è la strage di Capaci: lo spartiacque, l’immagine cristallizzata di qualcosa che nessuno può né deve dimenticare. Ho concluso così, con un fatto storico, un romanzo che flirta con la cronaca e con l’allucinazione: due mondi che mi attraggono ugualmente, come individuo, come osservatore, come cittadino a spesso indignato, a volte desideroso di chiudere gli occhi e rifugiarmi nel sogno. Ma senza ignorare i fatti importanti, questo mai”.
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