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Irencros: un sogno che diventa realtà

La metal band palermitana pubblicherà il nuovo disco "Alchemy of Destruction" tra la fine di febbraio e i primi di marzo

  • 8 febbraio 2004

Dopo anni di attesa dovuti a svariati cambiamenti di sound e conseguenti rallentamenti in fase di composizione ecco che arriva il primo potentissimo album degli Irencros, nota metal-band palermitana (formatasi nel 1998) già osannata da alcune note riviste specializzate per il demo "Through The Mirror" (2000). "Alchemy of Destruction" dovrebbe approdare nelle discherie di tutto il mondo intorno alla fine di febbraio o i primi di marzo. Bastano pochi secondi di ascolto per capire che questi sei “picciotti” palermitani ci sanno fare eccome con gli strumenti: power-prog metal, sinfonie concertanti, riff pesanti, atmosfere cupe e tanto talento condiscono questo entusiasmante esordio. Immaginate la sensazione che vi può dare un'opera lirica unita al prog metal, dove le partiture - pensate più per un'orchestra sinfonica che per un gruppo di sei elementi - accostano le melodie di stampo neoclassico alla poderosa elettricità delle chitarre.

Nell’album si possono subito riscontrare certe influenze inconfondibili: Dream Theater, Symphony X e Megadeth. Inoltre è presente pure una bellissima (e stravolta) versione di “The Show Must Go On” dei Queen (con arrangiamenti diversi dall'originale, molti più cori, l'orchestra e ritmiche potenti) che farà storcere il naso a qualche “purista” ma che divertirà il pubblico metallaro.  Così, mentre le due chitarre soliste di Simone Campione e Gianfranco Attardo spaziano tra assoli “petrucciani”, passaggi neoclassici e riff assordanti, la voce graffiante di Giulio Di Gregorio, il basso di Johnny “Lexsander“ Bozzari (capace di correre tra le note di diabolici incastri strumentali progressive) e le sinfoniche tastiere di  Francesco Ilona unite alla potenza della batteria di Davide Lima fanno il resto. Cosa si vuole di più dalla vita?

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