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La quiete assordante di Taravella, Costa e Baragli

  • 19 dicembre 2005

“La quiete assordante” è l’ossimoro che dà il titolo all’interessante mostra che si è inaugurata sabato 17 dicembre presso la galleria La Piana Arte Contemporanea (Via Isidoro La Lumia 79, aperta dalle 10,30 alle 13,00 e dalle 16,30 alle 20,00. La mostra è visitabile fino al 14 gennaio), che ospita i lavori di Croce Taravella, Gaetano Costa e Guido Baragli.
Il primo è uno dei pittori contemporanei siciliani più conosciuti e apprezzati del momento. I suoi inconfondibili paesaggi metropolitani, di cui presenta qui un estratto, sono stati esposti alla 51° Biennale di Venezia. Si tratta di tecniche miste su tela, sempre più materiche e astratte, e di incisioni. Tutti lavori che, sia per le grandi dimensioni, sia per l’acutezza di Taravella nel fermarsi «sullo spirito e sulla carne viva dei luoghi» (Marco Di Capua), tolgono davvero il fiato.

La pittura del giovane e talentuoso Gaetano Costa rappresenta figure umane, soprattutto femminili, che molto ricordano le scandalose fanciulle dell’espressionista austriaco Schiele, e portano come marca caratterizzante la magrezza filiforme dei corpi su cui si appoggiano grandi teste, che ospitano spesso occhi dallo sguardo inquietante, tra il triste e il cattivo, immersi nell’atmosfera rarefatta della ricorrente tonalità di un azzurro che tende al grigio, il più malinconico tra colori. Ma c’è anche qualcosa di divertente e di infantile nelle opere di Costa, e mi riferisco al minuzioso decorativismo di quelle chine su carta, la cui precisione ricorda quella del più abile dei cesellatori. Infine la mostra, dopo il paesaggio e la figura, affida a Guido Baragli la trattazione del terzo “punto focale” fondamentale nella ricerca figurativa della tradizione pittorica: la natura morta. Questo soggetto è affrontato dall’artista siciliano, bolognese di adozione, in chiave veramente contemporanea, tramite la demolizione dell’immagine attuata dall’astrazione del collage e dall’uso di colori lontani dalla realtà, come per esempio l’aurea viola di un cesto di frutta di una delle sue più recenti e inedite opere, che costituiranno la prossima personale londinese.

La scelta del curatore-gallerista Massimo La Piana di utilizzare la figura retorica della quiete che riesce a stordire, forse proprio per il suo eccessivo silenzio, diventando assordante, appare quanto più calzante se si pensa alla difficoltà che sta nel racchiudere sotto uno stesso comune denominatore tre artisti alquanto diversi per tecnica e intenti come Taravella, Costa e Baragli. Infatti, al di là della loro diversità, quello che salta agli occhi vedendo i paesaggi del primo, le figure esili del secondo e le nature morte del terzo, è che c’è un qualcosa che li accomuna, e cioè la perfezione e l’intensità con cui tutti e tre trattano i loro soggetti, riuscendo a fermarli in una “quiete assordante”.

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