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Orchestra Sinfonica Siciliana, lo swing di Gershwin e Bernstein

  • 10 ottobre 2005

C’è un filo, neppure tanto sottile, che accomuna il compositore George Gershwin al direttore d’orchestra ed autore Leonard Bernstein, le cui swinganti pagine musicali saranno protagoniste dei concerti che vedono impegnata l’Orchestra Sinfonica Siciliana venerdì 14 (alle ore 21.15), sabato 15 (ore 17.30) e domenica 16 ottobre (ore 11): oltre all’origine ebrea, entrambi incarnano la perfetta sintonia fra la musica nero-americana e la matrice "eurocolta". Autore di una delle composizioni "leggere" più eseguite al mondo il primo - parliamo di "Rhapsody in Blue"- artefice delle musiche di uno dei musical più celebri nella storia di questo genere il secondo - e qui invece ci riferiamo a "West Side Story" - entrambi, pur basando la propria educazione sulla musica classica, vennero irresistibilmente attratti dalle ampie atmosfere sonore e danzanti delle rappresentazioni Off Broadway, per le quali scrissero i temi grazie a cui ancora oggi sono noti in tutto il mondo.

Ed è per omaggiare questi due autori che l’Orchestra Sinfonica Siciliana ha deciso di dedicar loro il programma dei concerti di metà ottobre: di Bernstein, che fu anche il primo americano a dirigere un’opera al Teatro della Scala di Milano, verranno eseguiti i tre "Dance episodes" scritti per "On the town"; di Gershwin, i cui motivi sono additati dagli insegnanti americani come esempio dell’ingresso dell’America nel mondo musicale di Stravinsky, Chopin, Beethoven e Mozart, saranno interpretate l’"Overture Cubana", "Un Americano a Parigi" e, immancabilmente, proprio "Rhapsody in Blue". Particolare la storia dei tre "Dance episodes", che composti da Bernstein per la versione da musical di "On the town", non vennero tuttavia utilizzati quando la Metro-Goldwyn-Mayer acquistò i diritti dell’opera per farne un film con Frank Sinatra e Gene Kelly, rimpiazzando quasi tutti i brani del compositore, la cui musica era invisa a Mayer. Poema all’insegna della musica dell’isola caraibica è la "Overture Cubana" (1933), originariamente intitolata "Rumba", nelle cui partiture Gershwin ha indicato in modo specifico l’impiego di strumenti indigeni della cultura cubana, mentre per "Un Americano a Parigi" (1928) e "Rhapsody in Blue" (1924) ci limitiamo a lanciare l’invito a non perdere l’occasione di ascoltare in un unico appuntamento tali capolavori.

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Due parole meritano invece gli esecutori della serata: il pianista Roberto Cappello ed il direttore Cem Mansur. Primo concerto a soli sei anni presso la prestigiosa Konzerthaus di Vienna, suscitando grande entusiasmo di pubblico e di critica, Cappello prosegue lo studio del pianoforte con il Maestro Rodolfo Caporali, con il quale si diploma all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma nel ’74. Si contraddistingue nel 1991 incidendo i valzer di Johann Strauss nelle trascrizioni virtuosistiche dei più famosi pianisti del passato. In Germania nel 1996 per una serie di concerti con l’orchestra Nazionale della RAI, eseguendo il 5° Concerto di Beethoven, tra il ’97 e il ’98 suona a Vienna, Budapest, Zagabria, Belgrado, Parigi, Bruxelles, Anversa, nella doppia veste di solista e direttore per il "Concerto K 466" di Mozart. Impegnato in una serie di recitals in Gran Bretagna nel 2000, il 2001 lo vede in tour negli Stati Uniti ed in Giappone. Ruolo importante riveste l’attività cameristica, in collaborazione con il Quartetto Kodaly di Budapest, con il violoncellista Franco Maggio Ormezowsky e con il violinista Jlya Grubert. Costantemente invitato a presiedere le giurie di concorsi pianistici nazionali ed internazionali, incide per Ricordi, Fonit Cetra, A.M.C., Edizioni Paoline, Acustica.

Nativo di Istanbul, Cem Mansur svolge i propri studi musicali a Londra, laureandosi alla City University (1980) ed alla Guildhall School of Music and Drama (1981). Insignito del Premio Ricordi, successivamente studia con Leonard Bernstein al Philharmonic Institute di Los Angeles. Direttore della Istanbul State Opera dall’81 all’89, Mansur ha debuttato con grande successo a Londra con l’English Chamber Orchestra, e successivamente con varie orchestre e compagnie operistiche in Europa, Messico e Russia, paese dove è stato direttore ospite con la Kirov Opera su invito di Valery Gergiev. Ha accompagnato solisti di rilievo quali Midori, Dame Moura Lympany, Mayumi Fujikawa, Dmitri Alexeev, Barry Douglas, Stephen Kovacevich, Mikhail Rudy, Julian Lloyd-Webber, Galina Gorchakova, Lydia Mordkovich, Rivka Golani e Dimitris Sgouros. Dall’89 al ’96 Mansur è primo direttore della City of Oxford Orchestra, lavorando a Vienna, Praga, Budapest e Zurigo, per lasciare poi l’incarico e concentrarsi sulla propria carriera internazionale. I suoi impegni più recenti includono il "King Arthur" di Purcell a Bucarest, il "Messiah" di Handel e l’"Oratorio di Natale" di Bach all’Auditorio Nacional di Madrid, e poi ancora con la Mexico City Philharmonic Orchestra. Segue una nuova produzione con l’"Eugene Onegin" di Tchaikovsky all’Holland Park Opera Festival di Londra nel ’97, da cui l’invito per "Le Nozze di Figaro" nel ’99 e "Così Fan Tutte" nel 2000. Nel ’98 Mansur dirige una nuova produzione de "Il flauto magico" per la Mid Wales Opera dove poi torna con "Il Barbiere di Siviglia" nel ’99. Nominato nel frattempo Primo Direttore della Akbank Chamber Orchestra di Istanbul (1998), svolge nel 2000 una tournée in Turchia con la Manchester Camerata e conduce il "Whittington" di Offenbach alla City of London Festival, la prima volta dopo l’esordio del XIX secolo.

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