"PockeTragedy": Shakespeare al Montevergini
In scena lo spettacolo di Claudia Puglisi, prodotto da La Compagnia prese fuoco: la rilettura di cinque opere di Shakesperare, con l'intermezzo di "Romeo e Giulietta"
				Cinque tragedie, cinque dei maggiori drammi Shakespeariani (Amleto, Macbeth, Otello, Re Lear e Riccardo III) rappresentati nell’arco di un’ora. Cinque drammi più uno, "Romeo e Giulietta", non rappresentato per esteso ma intercalato in forma di intermezzo, come a voler separare le altre storie tragiche. Si tratta di PockeTragedy, spettacolo inserito nell'ambito di Anteprima(vera) 2010, in scena venerdì 23 e sabato 24 aprile al Nuovo Montevergini (via Montevergini 8, Palermo), alle ore 21.15, per la regia di Claudia Puglisi, con Gaetano Basile, Alessandro Claudio Costagliola, Virgilio Rattoballi, Silvia Scuderi e Andrea Saitta e prodotto da La Compagnia prese fuoco. Il tempo risulta condensato, compresso, ma la sua limitazione, anzicchè impoverire, diventa punto di forza e di distinzione. Ma perchè rappresentare un’intera opera tragica in poco più di dieci minuti?...In realtà, a volte, le circostanze permettono di trovare la soluzione più semplice che è anche la più efficace, così la regista modella la tragedia e la piega alle sue esigenze. 
L’idea, come spiega la Puglisi, nacque per necessità nel 2008, quando la compagnia partecipò e vinse l’edizione del Festival Internazionale di regia “Fantasio Piccoli”, dovendo presentare l’"Amleto" in 18 minuti. La strategia è ripetuta nel nuovo spettacolo “PockeTragedy” in cui continua la sperimentazione sul tempo e ciò agevola inevitabilemente la riflessione sull’attualità. Come non vedere in questa accelerazione del ritmo tragico un contatto con la frenesia richiesta dalla vita contemporanea e insieme uno strumento di critica e di accusa? L’interesse della compagnia si focalizza su questo e il significato portante dello spettacolo mira ad attualizzare i grandi classici anche in un presente che non lascia nè spazio e nè tempo per la riflessione e che ci fa sorvolare persino su opere in cui è possibile ritrovare la radice del comportamento umano, indispensabile per comprenderlo.
L’operazione di rilettura è interessante anche perchè, nonostante vengano eliminate alcune scene e gli attori recitino ognuno più ruoli, i drammi conservano intatta l’intensità e linguaggio poetico di Shakespeare tutta la sua ricchezza e complessità. L’accelerazione è inoltre funzionale alla resa del messaggio, ridurre all’osso è un modo per raggiungere il nocciolo di ciascuna tragedia, in più ha, per la regista, un significato didattico come tentativo di avvicinare anche i giovanissimi alle tragedie e coinvolgerli con un linguaggio tra il comico e il grottesco, che tuttavia preserva la grandezza dell’originale. Lo spettatore è investito dall’incalzare dei dialoghi, dall’ironia, dalla riflessione sulla moderna pazzia umana rintracciabile nell’essere incastrati in meccanismi che non consentono una possibilità di reazione ("Amleto"), dalla riflessione sull’ineluttabilità del male e sull’impossibilità di opporvisi in maniera efficace ("Macbeth") o sulla difficoltà di decodifica della realtà ("Otello").
Tutto questo per mostrare come i grandi eroi tragici non sono veri protagonisti delle vicende, non sono gli attanti nella storia, quanto le più grandi vittime di essa, e tutto questo mentre fuori scena scorrono i frammenti estratti da "Romeo e Giulietta" ed in un altrove lontano i protagonisti vivono la storia d’amore, che è anche il dramma shakespeariano più conosciuto. Il costo del biglietto è di 7 euro ed è possibile acquistarlo presso il botteghino del teatro alle ore 20 del giorno dello spettacolo.
			
							L’idea, come spiega la Puglisi, nacque per necessità nel 2008, quando la compagnia partecipò e vinse l’edizione del Festival Internazionale di regia “Fantasio Piccoli”, dovendo presentare l’"Amleto" in 18 minuti. La strategia è ripetuta nel nuovo spettacolo “PockeTragedy” in cui continua la sperimentazione sul tempo e ciò agevola inevitabilemente la riflessione sull’attualità. Come non vedere in questa accelerazione del ritmo tragico un contatto con la frenesia richiesta dalla vita contemporanea e insieme uno strumento di critica e di accusa? L’interesse della compagnia si focalizza su questo e il significato portante dello spettacolo mira ad attualizzare i grandi classici anche in un presente che non lascia nè spazio e nè tempo per la riflessione e che ci fa sorvolare persino su opere in cui è possibile ritrovare la radice del comportamento umano, indispensabile per comprenderlo.
L’operazione di rilettura è interessante anche perchè, nonostante vengano eliminate alcune scene e gli attori recitino ognuno più ruoli, i drammi conservano intatta l’intensità e linguaggio poetico di Shakespeare tutta la sua ricchezza e complessità. L’accelerazione è inoltre funzionale alla resa del messaggio, ridurre all’osso è un modo per raggiungere il nocciolo di ciascuna tragedia, in più ha, per la regista, un significato didattico come tentativo di avvicinare anche i giovanissimi alle tragedie e coinvolgerli con un linguaggio tra il comico e il grottesco, che tuttavia preserva la grandezza dell’originale. Lo spettatore è investito dall’incalzare dei dialoghi, dall’ironia, dalla riflessione sulla moderna pazzia umana rintracciabile nell’essere incastrati in meccanismi che non consentono una possibilità di reazione ("Amleto"), dalla riflessione sull’ineluttabilità del male e sull’impossibilità di opporvisi in maniera efficace ("Macbeth") o sulla difficoltà di decodifica della realtà ("Otello").
Tutto questo per mostrare come i grandi eroi tragici non sono veri protagonisti delle vicende, non sono gli attanti nella storia, quanto le più grandi vittime di essa, e tutto questo mentre fuori scena scorrono i frammenti estratti da "Romeo e Giulietta" ed in un altrove lontano i protagonisti vivono la storia d’amore, che è anche il dramma shakespeariano più conosciuto. Il costo del biglietto è di 7 euro ed è possibile acquistarlo presso il botteghino del teatro alle ore 20 del giorno dello spettacolo.
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