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Morì a Palermo a 5 anni (e di nuovo a 89): Alessandrina, la bimba che visse due volte

Sono gli anni della cosiddetta Belle Epoque e Palermo è sul tetto del mondo. L'impero economico dei Florio ha messo la città sulla mappa di teste coronate e vip italiani e stranieri

  • 16 novembre 2021

Villa Ranchibile a Palermo, residenza della famiglia Samonà - Monroy

Alessandrina Samonà è morta l'1 giugno del 2000. Di nuovo. Aveva 89 anni, la prima volta ne aveva cinque.

So già che alcuni lettori a questo punto staranno già storcendo il naso e io per prima, davanti ai fenomeni cosiddetti paranormali, mi mantengo scettica.

La maggior parte delle volte, del resto, viene fuori che reincarnazione, telepatia, spiritismo eccetera, con tutto il loro pittoresco corollario di tavolini volanti e voci dall'aldilà, sono una montagna di sciocchezze, orchestrate ad arte da chi vuole sfruttare la credulità altrui.

Eppure, in alcuni casi particolari, una spiegazione logica non c'è.

La vicenda di Alessandrina è uno di questi casi. La nostra storia inizia nel 1905 quando Adele Monroy, dopo quattro figli maschi, dà finalmente alla luce la bambina che lei e il marito, Carmelo Samonà, avevano a lungo desiderato.

La piccola – che tutti chiamano col vezzeggiativo Alessandrina – è una bambina vispa, allegra e curiosa che colma di vita la residenza di famiglia, la bella Villa Ranchibile di Palermo.
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Quando i familiari vengono in visita, ama buffoneggiare storpiando allegramente i nomi dei parenti. È anche una bambina sensibile, che si spaventa facilmente al chiasso delle carrozze che transitano sulla via Libertà, il cui ultimo tratto è stato aperto a fine Ottocento proprio accanto alla villa.

Sono gli anni della cosiddetta Belle Epoque e Palermo è sul tetto del mondo. L'impero economico dei Florio ha messo la città sulla mappa di teste coronate e vip italiani e stranieri, e se da una parte ciò moltiplica le occasioni mondane, dall'altra è anche lo stimolo per nuove e sempre più moderne iniziative.

Si accendono le prime lampadine elettriche, risuonano i fonografi, si scattano fotografie e si realizzano perfino filmati. Addirittura, nel 1910, assiepati sulla spiaggia di Mondello migliaia di palermitani possono assistere stupefatti al primo volo aereo del sud Italia, quando sul mare si leva il biplano pilotato da Clemente Ravetto.

Un vento di modernità attraversa anche la scienza e la cultura, e Carmelo Samonà è affascinato dalle conquiste del sapere. La laurea in ingegneria e gli studi avanzati di medicina gli consentono di avventurarsi con metodo nel campo che è la sua vera passione: la parapsicologia.

I suoi studi sono guardati con una certa perplessità dalla moglie, che però non lo contraddice, nemmeno quando Carmelo, insieme agli amici della Società di Metapsichica che frequenta, decide di invitare a Palermo Eusapia Palladino, una medium molto discussa, per «studiarla da vicino, in modo da renderci conto se i fenomeni che avvengono in sua presenza siano reali o prodotti da qualche trucchetto».

A Carmelo le osservazioni servono per implementare il materiale alla base del suo saggio "Psiche misteriosa", trecento pagine in cui sono riassunti anni di ricerche su telepatia, chiaroveggenza, premonizioni, contatti con l'aldilà eccetera. Il libro viene pubblicato nel 1910.

Mai Carmelo avrebbe potuto immaginare che, in quello stesso anno, tutto quello che aveva studiato sarebbe entrato a far parte, dolorosamente, della sua vita.

Il 15 marzo la piccola Alessandrina muore per una meningite fulminante, gettando nello sconforto i genitori. La madre, in particolare, non si dà pace, credendo di essere in qualche modo responsabile per la morte della bambina.

Così, quando la notte del 18 marzo la piccola appare vicino al suo letto, come se fosse in carne e ossa, Adele pensa di essere vittima di uno scherzo della propria mente, dilaniata dal senso di colpa. Ma, per quanto si sforzi, non riesce ad allontanare la visione che anzi, sempre più "reale", comincia a parlare.

Alessandrina invita la madre a non essere triste perché lei non l'ha lasciata, si è solo allontanata temporaneamente. Solleva le mani e le mostra una creatura minuscola, appena abbozzata come un embrione.

«Ecco, adesso sono diventata piccola così e tu dovrai ricominciare a soffrire per me. Di una sofferenza fisica, al termine della quale io sarò nuovamente fra le tue braccia», le dice.

Al mattino, Adele racconta della visione al marito il quale, incuriosito, chiede dettagli, ma la donna liquida la cosa. Si tratta solo di un'allucinazione causata dal dolore per la perdita della bambina. Peraltro, in seguito a un intervento subito qualche tempo prima, i medici le hanno detto che non potrà avere altri figli.

Alessandrina, tuttavia, non si dà per vinta e, tre notti dopo, eccola di nuovo al capezzale della madre. Dopo averle nuovamente mostrato l'embrione, scandisce per tre volte "Ritornerò".

Anche stavolta Adele riferisce a Carmelo, invitandolo tuttavia a non farsi illusioni, ma lui insiste. Se Alessandrina vuole comunicare con loro, bisogna fare una seduta spiritica.

I due coniugi si chiudono nella stanza in cui, a suo tempo, si erano svolte le sedute con Eusapia Palladino ed evocano lo spirito della bambina che, effettivamente, si presenta e conferma la propria identità. Carmelo si entusiasma e, per qualche settimana, coinvolge la moglie nelle sedute, con l'assistenza di una medium.

Ogni volta Alessandrina si materializza, spesso insieme a una zia, Giannina, morta molti anni addietro, e il 4 maggio le due entità comunicano che Adele non solo è incinta, ma aspetta due gemelle.

Il 9 agosto, la donna si convince a interpellare un medico il quale, nello stupore generale, conferma la gravidanza. Il 22 novembre, Adele dà alla luce due bambine, una delle quali è straordinariamente somigliante alla sorellina morta la primavera precedente.

I genitori la battezzano Alessandra. La somiglianza con la prima Alessandrina non diminuisce col passare del tempo. Anzi, alle similitudini fisiche se ne aggiungono altre.

I genitori osservano come anche questa bambina abbia repulsione per il formaggio e un'autentica fobia per i parrucchieri, come si agiti quando passano carrozze rumorose. Alessandrina ricorda episodi che non ha vissuto e riconosce persone che non ha mai visto – ma che la defunta conosceva.

Ed è pure mancina. Carmelo è convinto che la figlia sia una reincarnazione della bambina morta.

«Alessandra doveva tornare ed è tornata. E non ci sono altre spiegazioni […] Semplice se non fosse che per la gente comune è un fatto impossibile. Ma la gente comune non capisce nulla del dominio dell'invisibile».

Se fosse davvero la reincarnazione della sorella, ovviamente, non lo sapremo mai. Certo è che Alessandrina, crescendo, si interessò anche lei, come il padre, di spiritismo, parapsicologia eccetera, materie che sentiva particolarmente affini.

Una volta adulta, inoltre, dimostrò doti da medium, tanto che molte persone, venute a conoscenza delle sue capacità, presero a interpellarla per avere notizie di parenti morti.

Per tutti la donna aveva una parola di conforto ed era capace di rispondere anche sui dettagli più reconditi. Sentiva che aiutare il prossimo a trovare risposte era la sua missione e vi si dedicò per tutta la vita.

Che si concluse, come scritto all'inizio, 21 anni fa. Per la seconda volta. La storia di Alessandrina Samonà è narrata estesamente nel libro "È già mattina" di Alberto Samonà, edito da Bonanno Editore.
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