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Quanta Sicilia su Netflix: Roberta Rigano, la "normanna" ostinata e cocciuta come poche

A breve l'attrice sarà impegnata nelle riprese della serie "From Scratch", con a Paride Benassai e Lucia Sardo. Ecco cosa ci ha raccontato a proposito di questo nuovo ruolo

  • 14 aprile 2021

L'attrice siciliana Roberta Rigano

Carattere siciliano doc, colori da normanna e determinazione da vendere. Sono questi gli ingredienti che hanno portato Roberta Rigano anche sui set cinematografici oltre oceano.

In questi giorni si trova nella sua Acireale, nel Catanese, a ricaricare le pile prima di un altro impegno importante che la vede nel cast artistico di un serie prodotta da Netflix che verrà girata tra l’Italia (tra Firenze e la Sicilia) e Los Angeles.

In “From Scratch”, questo il titolo della serie, basata sul libro di memorie più venduto di Tembi Locke, che vede tra gli altri attori anche i siciliani Lucia Sardo e Paride Benassai, già impegnati sul set a Los Angeles, Roberta interpreta il ruolo della sorella di Eugenio Mastrandrea (scelto nel ruolo di protagonista maschile al fianco di Zoe Saldana) che, a differenza del fratello, è rimasta in Sicilia ad accudire i genitori, togliendosi l’opportunità di una vita diversa.

Roberta Rigano è reduce di un’altra grande occasione internazionale, la serie tv dal titolo originale “I Know This Much Is True”, andata in onda su Sky anche in Italia, nel 2020, con il titolo “Un volto, due destini”, dove ha recitato nel ruolo di Ignazia con a fianco attori, tra gli altri, del calibro di Mark Ruffalo e Marcello Fonte, per la regia di Derek Cianfrance.
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«Devo questo ruolo - ci ha detto Roberta Rigano - alla mia cocciutaggine e ostinazione che, alla fine però, mi hanno ripagato.

Dopo aver proposto la mia candidatura al provino per questo ruolo non ero riuscita ad avere un incontro, in presenza, con chi si occupava del casting e, dopo lunga insistenza, forse proprio per togliersi un problema (ride) accolsero la mia richiesta di essere vista, ma solo attraverso un self tape, 24 ore prima l’incontro con le attrici già selezionate e il regista, che avrebbe dovuto avere l’ultima parola».

«Per farla breve - aggiunge - il giorno dopo eravamo in 4, me compresa, davanti al regista che, alla fine, scelse proprio me.

Non volevo perdere questa occasione perché ero sicura che, anche se non avessi avuto la parte, sarebbe stata comunque un’esperienza che mi avrebbe fatto crescere. E infatti è stato così».

Roberta, che porta la passione per l’arte scenica nel sangue, ha cominciato a stare di fronte ad un pubblico da piccolissima.

«Mio padre era un grande appassionato di canto e già a tre anni partecipavo a festival canori. Crescendo, frequentando il liceo classico ho sviluppato l’amore per la letteratura classica, per la lingua in generale, per la poesia e non ultimo per il teatro classico che univa tutto questo.

Finito il liceo presi la decisione di lasciare la Sicilia per entrare in una scuola di teatro dove poter studiare e entrare in questo mondo.

Scelsi la scuola del Piccolo Teatro di Milano che, però, faceva le selezioni ogni tre anni. Dovetti attendere due anni per potermi presentare e nel frattempo presi parte alla scuola di Pino Insegno e frequentai Lingue e letterature straniere all’Università, parallelamente ai laboratori teatrali a Catania con Gabriella Saitta».

Cocciutaggine e pazienza Roberta sa già che spesso danno i frutti sperati.

«Quando finalmente potei partecipare alle selezioni al Piccolo Teatro di Milano, tra 1.200 partecipanti fui scelta, non so nemmeno io ancora perché (ci dice sempre sorridendo) tra i 25 che entravano nel triennio di formazione.

Sul momento non mi resi conto di quali porte si stessero spalancando davanti a miei occhi; ho avuto la possibilità di studiare e assistere a piéce di mostri sacri del teatro come Luca Ronconi, fra gli altri.

Era tutto nuovo per me e mi sembrava un mondo magico».

Dopo il diploma nel 2014 Roberta, essendo maturata e avendo focalizzato anche meglio la professione che aveva scelto, si è ritrovata a Roma, dove vive e lavora da cinque anni, ed ha cominciato a lavorare sul piccolo schermo, recitando anche in pubblicità, corto metraggi e film, tra i quali “Prima che la notte” per la regia di Daniele Vicari, film che racconta la storia di Pippo Fava, giornalista ucciso dalla mafia il 5 gennaio 1984.

«Paradossalmente - ci ha detto Roberta - per me è sempre stato più facile ottenere ruoli da “siciliana” con produzioni internazionali, come nel caso della serie Netflix che girerò nelle prossime settimane anche qui in Sicilia.

I miei occhi verdi e i capelli castani non corrispondono allo stereotipo dei “colori da siciliana” ma il mio piglio e il mio carattere assolutamente si e, quando ho l’opportunità di dimostrarlo, poi vengo sempre ripagata.

Ho scelto di intraprendere una professione che mi porta in giro per il mondo, anche il destino ha voluto farmi incontrare l’uomo della mia vita dall’altra parte dell’oceano, e sono bene felice di seguire l’onda degli eventi, come si suol dire.

Ma torno ogni volta qui, nella mia Acireale, per ricaricarmi e respirare l’aria di casa. Le mie radici sono qui e voglio nutrirle ogni volta che mi è possibile».
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