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Riapre dopo 20 anni il Castello di Monte Tauro: il maniero tra i più maestosi in Sicilia

Questa perla monumentale è rimasta chiusa al pubblico per decenni. Ora dopo tanto tempo ci si potrà immergere nel cuore di questa meraviglia architettonica

Livio Grasso
Archeologo
  • 18 febbraio 2023

Il castello di Monte Tauro (Wikimedia)

Soprannominato “Castello di Monte Tauro”, il maniero di Taormina rappresenta uno dei monumenti più maestosi del versante territoriale. La struttura sorge sopra un’altura che, sin dai tempi più antichi, ricopriva il ruolo di postazione strategica.

Il vantaggio sostanziale consisteva nella possibilità di monitorare capillarmente le vie di passaggio che si dipartivano da Catania a Messina. Infatti, ricaviamo notizia che, a partire dal 1830, la direttrice nord-sud passava obbligatoriamente per il territorio di Taormina.

Sappiamo, per di più, che la pianificazione edilizia risale al periodo bizantino. Alcuni studiosi,però, suppongono che originariamente esistevano pure degli insediamenti di età protostorica. Ad ogni modo, sotto il dominio dei bizantini, fu un vero e proprio avamposto di difesa contro le incessanti incursioni arabe.

Con l’avvento dei normanni, invece, l’intero edificio fu sottoposto a delle poderose e radicali ristrutturazioni. Per tale ragione, infatti, si suole indicarlo come “entità edilizia” federiciana o normanna. Il fortilizio è, altresì, raggiungibile mediante una lunga scalinata perfettamente intagliata nella roccia.
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Partendo dalla piccola chiesa dedicata alla Madonna della Rocca, si inerpica gradualmente in direzione della porta principale del castello. Il portale d’ingresso risulta essere preceduto da un avancorpo scoperto, a sua volta presidiato da camminamenti di ronda posti a protezione dell’ambiente.

La conformazione strutturale del complesso edilizio, di forma trapezoidale, è rinforzata da una poderosa torre che in principio assurgeva a funzione di vedetta.

Tuttavia, allo stato attuale, il “fabbricato difensivo” è caratterizzato da un circuito murario che all’esterno, sul piano di campagna, supera i quattro metri di altezza.

Di converso, sul lato interno, probabilmente a causa dei crolli, emerge per circa un metro. Dentro lo spazio circondato dalle mura, a seguito di numerose ricognizioni in situ, sono state localizzate alcune giaciture delle preesistenti tracce murarie.

Di un certo rilievo anche le cisterne adibite alle raccolte piovane che, ancora oggi, sono perfettamente visibili. È stato rinvenuto anche un corridoio sotterraneo che, quasi certamente, fungeva da deposito di vettovaglie ed armi. Ciò malgrado, come ben si saprà, questa perla monumentale è rimasta inaccessibile al pubblico per decenni.

I primi lavori di restauro, avvenuti tra il 2005 e il 2006, furono realizzati con il proposito di annunciarne l’imminente apertura.

Ciononostante, al termine delle operazioni di cantiere, l’obiettivo di renderlo pubblicamente fruibile sfumò del tutto. Non di rado, almeno così si vocifera, i turisti hanno manifestato il vivo interesse di esplorarlo.

Addirittura, secondo alcune testimonianze, i viaggiatori stessi esprimevano un certo stupore di fronte allo stato di abbandono dell’antica roccaforte. Basti pensare, oltre a ciò, al risentimento di parte degli abitanti locali per la scarsa valorizzazione assegnata ad un bene storico di così grande portata.

A giudizio dei più, la riqualificazione del medesimo sarebbe stato un ulteriore valore aggiunto alla propria città comunemente definita “ Perla dello Jonio”.

In ogni caso, di recente, il fatidico castello è stato dichiarato accessibile. Si tratta, indubbiamente, di un importante traguardo per il quale si è dovuto attraversare un lungo e avventuroso ventennio.

Così, finalmente, dopo tanto tempo ci si potrà immergere nel cuore, a lungo inespresso, di questa meraviglia architettonica.
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