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Si trova (o trovava) a Pechino: il cancello di villa Deliella in una fotografia del 1908

Pare che il cancello disegnato (e mai realizzato) nel 1902 per Villa Lanza-Deliella di Palermo abbia trovato casa in Cina, al Palazzo del Plenipotenziario del Regno d'Italia

Danilo Maniscalco
Architetto, artista e attivista, storico dell'arte
  • 12 agosto 2019

Il cancello monumentale disegnato da Basile per villa Lanza Deliella

Lo sanno tutti, a Palermo esiste una costruzione denominata Casina Cinese che di cinese non ha nulla se non che un rimando all’ideale di chinoiserie insito a principio del neoclassicismo in Europa e rappresenta per tutti i cittadini motivo di profondo orgoglio condiviso.

La realizza su una preesistenza e per i Borbone in fuga da Napoli e riparati nel Natale del 1798 in Sicilia, l'architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia, collaboratore del progettista francese Leon Doufourny, brillante studioso del codice espressivo dell'architettura del passato, capostipite della Scuola di Architettura di Palermo e raffinato progettista di edifici ancora fortunatamente esistenti come i palazzi Belmonte Riso e Nicolaci, la Villa dei Principi di Belmonte all'Acquasanta, l’oratorio di San Filippo Neri a piazza Olivella, l'attuale sede della facoltà di Giurisprudenza, la Real Casina del bosco della Ficuzza, la Villa Notarbartolo dei Principi di Villarosa a Bagheria.

Fin qui è tutto più che noto. Ma se a Palermo esiste una costruzione denominata Casina Cinese che di cinese non ha nulla, in Cina o per meglio dire da qualche parte della Cina esiste o forse dovremmo dire è esistita una costruzione che di cinese non ha nulla ma è Liberty.
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Liberty di quel floreale di Ernesto Basile, anche lui architetto palermitano e anche lui come Marvuglia reggente della cattedra di Architettura Tecnica in continuità proprio dal tempo della Casina dei Borbone con l'insegnamento all'interno della Regia Università palermitana.

Quali che siano i percorsi della storia dell'arte, il fatto che riporto lega ancora il capoluogo siciliano al popolo cinese e potrebbe rappresentare un prezioso tassello di collaborazione culturale non indifferente. Ma di cosa stiamo parlando? Ancora una volta di Villa Lanza-Deliella (leggi di più) che da Icona negativa della barbarie del sacco edilizio, continua a regalarci speranza e possibilità di redenzione reale.

È nota infatti a tutti ed è una recente conquista culturale in divenire, la straordinaria capacità di rappresentazione grafica insita nell’operare di Ernesto i cui disegni sono talmente esaustivi per geometria e rapporti dimensionali chiari da poter esser realizzati quasi senza la sua presenza in cantiere.

Potrebbe sembrare una provocazione ma non lo è minimamente. Pare infatti e lo testimonia una immagine fotografica del 1908, che il cancello monumentale disegnato e mai realizzato nel 1902 per il recinto di piazza Crispi relativo a Villa Lanza-Deliella, abbia trovato casa proprio in Cina presso il Palazzo del Plenipotenziario del Regno d'Italia a Pechino e mi pare quasi di raccontare una storia incredibile.

Né danno notizia già nel 2015 Eliana Mauro ed Ettore Sessa in un ricco volume dedicato proprio alla Casina Cinese e le due immagini della prospettiva basiliana e della realizzazione a Pechino, messe l'una accanto all'altra malgrado alcune differenze, non lasciano dubbi, tra il plagio ed il tributo al grande maestro palermitano, un pezzo del processo creativo spezzato di Villa Deliella è giunto fino in Asia.

Come è arrivato ad esser realizzato lì? Perché ad esser realizzato è stato proprio questo frammento? Basile né era a conoscenza? Il cancello esiste ancora?

Tutte domande aperte a cui possiamo immaginare di rispondere almeno in parte e rispetto alle prime due domande, immaginando in buona approssimazione che nel volere render omaggio all’italico gusto di allora e nello scegliere il massimo rappresentante italiano tra i protagonisti del gusto floreale, si sia attinto al repertorio artistico del progettista di Montecitorio, attraverso la presa visione delle sue opere più conosciute e diffuse all'interno delle diverse riviste di settore come Architettura e arti decorative, L'arte Decorativa Moderna, Der Architekt, Dekorative kunst. Naturalmente è solo un'ipotesi.

Serviva qualcosa di brillante e quasi esotico, facilmente estrapolabile da un disegno senza misure per poter esser realizzato e divenire riconoscibile e non è un caso a parer mio che la scelta sia caduta su questa straordinaria prospettiva sulla cui sinistra in basso, come un moderno cameo, sta proprio uno dei figli, è Roberto da bambino.

E questa è forse la nota più divertente dell'intera faccenda perché nel disegno insiste la figura umana di un bambino, scambiata nei rapporti dimensionali probabilmente per un adulto generando il piccolo equivoco di scala che esiste tra il disegno Basiliano e la realizzazione cinese così come è facilmente riscontrabile dall'esame delle due immagini messe a confronto.

Poco importa! Sarebbe più importante sapere se il cancello esista ancora e se malgrado il secolo passato e due guerra mondiali, esso appartenga ancora al suolo consolare italiano o sia ancora nella proprietà di rappresentanza dell'ambasciata italiana a Pechino.

Spero che questo mio articolo riesca a solleticare la curiosità e sopratutto l'interesse di quanti abbiano titolo per ottenere risposta alla domanda che tutti ci stiamo ponendo: "il cancello nella foto, esiste ancora?".

Intanto è notizia di questi giorni che il museo del Liberty nell'area di Villa Deliella si farà grazie alla rinnovata visione culturale della Regione Siciliana, ma questa è un'altra storia.
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