SCUOLA E UNIVERSITÀ
Borsellino e la Maturità, i dubbi del fratello: "Ragazzi senza strumenti per questo tema"
Un testo del giudice fra le tracce, Salvatore commenta: "Felice, ma nelle scuole le stragi sono ignorate". I figli di Paolo commossi: "Il sacrificio di papà sta dando frutti"

Salvatore Borsellino
A un mese dal 33° anniversario della strage di via D'Amelio, non poteva esserci tributo più caloroso per Paolo Borsellino, per il suo sacrificio e per il messaggio che ha lasciato alle nuove generazioni.
Un brano tratto da "I giovani, la mia speranza", pubblicato su Epoca il 14 ottobre 1992, tre mesi dopo l'attentato che costò la vita al giudice, è fra le tracce della prima prova degli esami di maturità.
Quella del ministero dell'Istruzione è una scelta felice per Salvatore Borsellino, fratello del giudice, che però si chiede se gli studenti oggi abbiano gli strumenti per analizzare le parole di Paolo, per commentarle, per farle proprie.
Una notizia "inaspettata", ha commentato, invece, al telefono Fiammetta Borsellino che insieme a Manfredi e Lucia, gli altri due figli di Paolo, ha subito inviato una nota per esprimere la loro sorpresa e soprattutto la loro commozione.
Il padre, scrivono «nutriva una enorme speranza nelle future generazioni e abbiamo sempre pensato che a reggere i suoi sforzi vi fosse il senso di una prospettiva alta di un cambiamento in meglio della nostra società civile».
«Nella sua famosa frase "se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo", è condensata - aggiungono - tutta la speranza che la sua attività di magistrato impegnato sul fronte antimafia potesse incidere sulle coscienze di tutti i cittadini, all'interno di un percorso segnato dal sacrificio di tantissime magnifiche vite umane».
E ancora: «Resta in noi oggi la consapevolezza che attraverso l'odierno riconoscimento e tributo, il sacrificio di nostro padre è come un seme che sta dando i suoi frutti. Il percorso è ancora lungo ma siamo sulla buona strada».
Colto di sorpresa ma emozionato anche Salvatore Borsellino, fratello di Paolo. «Conosco quel testo e soprattutto conosco l'ultima lettera di Paolo scritta il mattino di quel 19 luglio del 1992, giorno dell'attentato, nella quale esprime gli stessi concetti».
E ricorda: «Ai giovani che gli chiedevano quale fosse il futuro, lui nonostante fosse consapevole del suo destino, rispondeva di essere ottimista. Pensava che i giovani di allora, una volta diventati adulti avrebbero avuto ancora più forza di lui nel combattere».
Alla gioia e alla commozione però Salvatore Borsellino affianca anche una quota di amarezza: «Anche io ho fiducia nei giovani, ma non so se abbiano gli strumenti per commentare questa traccia proposta dal ministero agli esami di maturità».
E poi prova a spiegare: «Nelle scuole oggi si parla poco delle stragi che dalla seconda guerra mondiale in poi hanno insanguinato il nostro Paese. Io provo a portare nelle scuole gli strumenti per capire quel che è successo, ma non basta. E ho la curiosità di sapere cosa gli studenti scriveranno nel loro elaborato».
Da una parte dunque la speranza che i giovani abbiano voglia di combattere, dall'altra il timore che non siano messi nelle condizioni per farlo. «Io ho perso ormai la speranza di conoscere la verità sull'attentato di via D'Amelio, ma come Paolo spero anche io che questi giovani riescano a vedere quel che io non sono riuscito a vedere: completa verità e giustizia sulle strage».
Che 19 luglio sarà per Salvatore Borsellino? «Per oppormi al depistaggio istituzionale e contro una Commissione parlamentare Antimafia che tende ad isolare quella strage e attribuirla a un fantomatico dossier, organizzerò a Palermo un percorso visivo attraverso i quadri di Gaetano Porcasi sulle stragi che si sono succedute da Portella della Ginestra in poi».
A ospitare la manifestazione sarà proprio via D'Amelio. «Con questa iniziativa voglio lanciare un chiaro messaggio: non venga occultata la verità». Ma Paolo Borsellino sarà ricordato anche attraverso altri eventi che si svolgeranno nell'arco di 3 giorni, il 17, 18 e 19 luglio.
«Il 17 - annuncia il fratello Salvatore - festeggeremo il decimo compleanno della Casa di Paolo, la nostra vecchia farmacia della Kalsa che abbiamo fatto rinascere come centro di accoglienza. Lì i volontari aiutano i bambini del quartiere ad avere un futuro, allontanandoli da quelle cattive strade che invece hanno intrapreso altri bimbi che giocavano con me e mio fratello proprio lì».
Tra le altre iniziative, come spiega Salvatore Borsellino, il 18 ci sarà la cerimonia alla Caserma Lungaro e poi la sera un congresso organizzato da Antimafia Duemila, fino all'evento finale in via D'Amelio il 19 luglio.
Un brano tratto da "I giovani, la mia speranza", pubblicato su Epoca il 14 ottobre 1992, tre mesi dopo l'attentato che costò la vita al giudice, è fra le tracce della prima prova degli esami di maturità.
Quella del ministero dell'Istruzione è una scelta felice per Salvatore Borsellino, fratello del giudice, che però si chiede se gli studenti oggi abbiano gli strumenti per analizzare le parole di Paolo, per commentarle, per farle proprie.
Una notizia "inaspettata", ha commentato, invece, al telefono Fiammetta Borsellino che insieme a Manfredi e Lucia, gli altri due figli di Paolo, ha subito inviato una nota per esprimere la loro sorpresa e soprattutto la loro commozione.
Il padre, scrivono «nutriva una enorme speranza nelle future generazioni e abbiamo sempre pensato che a reggere i suoi sforzi vi fosse il senso di una prospettiva alta di un cambiamento in meglio della nostra società civile».
«Nella sua famosa frase "se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo", è condensata - aggiungono - tutta la speranza che la sua attività di magistrato impegnato sul fronte antimafia potesse incidere sulle coscienze di tutti i cittadini, all'interno di un percorso segnato dal sacrificio di tantissime magnifiche vite umane».
E ancora: «Resta in noi oggi la consapevolezza che attraverso l'odierno riconoscimento e tributo, il sacrificio di nostro padre è come un seme che sta dando i suoi frutti. Il percorso è ancora lungo ma siamo sulla buona strada».
Colto di sorpresa ma emozionato anche Salvatore Borsellino, fratello di Paolo. «Conosco quel testo e soprattutto conosco l'ultima lettera di Paolo scritta il mattino di quel 19 luglio del 1992, giorno dell'attentato, nella quale esprime gli stessi concetti».
E ricorda: «Ai giovani che gli chiedevano quale fosse il futuro, lui nonostante fosse consapevole del suo destino, rispondeva di essere ottimista. Pensava che i giovani di allora, una volta diventati adulti avrebbero avuto ancora più forza di lui nel combattere».
Alla gioia e alla commozione però Salvatore Borsellino affianca anche una quota di amarezza: «Anche io ho fiducia nei giovani, ma non so se abbiano gli strumenti per commentare questa traccia proposta dal ministero agli esami di maturità».
E poi prova a spiegare: «Nelle scuole oggi si parla poco delle stragi che dalla seconda guerra mondiale in poi hanno insanguinato il nostro Paese. Io provo a portare nelle scuole gli strumenti per capire quel che è successo, ma non basta. E ho la curiosità di sapere cosa gli studenti scriveranno nel loro elaborato».
Da una parte dunque la speranza che i giovani abbiano voglia di combattere, dall'altra il timore che non siano messi nelle condizioni per farlo. «Io ho perso ormai la speranza di conoscere la verità sull'attentato di via D'Amelio, ma come Paolo spero anche io che questi giovani riescano a vedere quel che io non sono riuscito a vedere: completa verità e giustizia sulle strage».
Che 19 luglio sarà per Salvatore Borsellino? «Per oppormi al depistaggio istituzionale e contro una Commissione parlamentare Antimafia che tende ad isolare quella strage e attribuirla a un fantomatico dossier, organizzerò a Palermo un percorso visivo attraverso i quadri di Gaetano Porcasi sulle stragi che si sono succedute da Portella della Ginestra in poi».
A ospitare la manifestazione sarà proprio via D'Amelio. «Con questa iniziativa voglio lanciare un chiaro messaggio: non venga occultata la verità». Ma Paolo Borsellino sarà ricordato anche attraverso altri eventi che si svolgeranno nell'arco di 3 giorni, il 17, 18 e 19 luglio.
«Il 17 - annuncia il fratello Salvatore - festeggeremo il decimo compleanno della Casa di Paolo, la nostra vecchia farmacia della Kalsa che abbiamo fatto rinascere come centro di accoglienza. Lì i volontari aiutano i bambini del quartiere ad avere un futuro, allontanandoli da quelle cattive strade che invece hanno intrapreso altri bimbi che giocavano con me e mio fratello proprio lì».
Tra le altre iniziative, come spiega Salvatore Borsellino, il 18 ci sarà la cerimonia alla Caserma Lungaro e poi la sera un congresso organizzato da Antimafia Duemila, fino all'evento finale in via D'Amelio il 19 luglio.
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