È uno dei più belli mai recuperati: un elmo romano riaffiora (intatto) dal mare in Sicilia
Un ritrovamento che non solo arricchisce la conoscenza storica della battaglia del 241 a.C., ma rafforza l’immagine dell'Isola come custode di un’eredità unica al mondo

L'elmo romano ritrovato nel mare delle Egadi
Al largo della costa trapanese, nell'agosto del 2024 un team di subacquei della Society for the Documentation of Submerged Sites ha scoperto un elmo romano, che venne probabilmente indossato durante la Battaglia delle Egadi, il definitivo scontro fra Punici e Romani nella Prima Guerra Punica.
Quest’elmo segue lo stile Montefortino ed aveva una forma molto differente dagli elmi del periodo tardo repubblicano e del periodo imperiale, a cui siamo abituati grazie ai videogiochi e ai diversi sceneggiati.
L’elmo in questione era infatti principalmente conico e oltre ai due paragnatidi, che proteggevano le guance, aveva una manopola centrale rialzata e un paranuca, che avevano lo scopo di deviare i colpi nemici che raggiungevano l’elmo dall’alto e da dietro.
A comunicare la scoperta di questo elmo è stato lo scorso 5 settembre l’Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana, con l’assessore Francesco Paolo Scarpinato che ha commentato entusiasticamente il ritrovamento.
«L'elmo trovato a largo delle Egadi è uno dei più belli e completi mai recuperati – ha commenta l'assessore, Francesco Paolo Scarpinato - Questi ritrovamenti non solo arricchiscono la conoscenza storica della battaglia del 241 a.C., ma rafforzano l’immagine della nostra Isola come custode di un’eredità culturale unica al mondo.
È un risultato straordinario, frutto del lavoro congiunto della Soprintendenza del Mare, delle professionalità impegnate nelle ricerche e del sostegno di istituzioni e fondazioni internazionali.
Continueremo a investire nella tutela e nella valorizzazione di questo patrimonio, consapevoli che rappresenta una risorsa identitaria e culturale fondamentale per la Sicilia». Secondo gli archeologi, questa tipologia di elmo venne introdotto nell’esercito romano dai Celti dell’Italia settentrionale nel IV secolo a.C., venendo poi abbandonato durante il I secolo a.C., poco prima dell’inizio delle Guerre civili.
La protuberanza alla sommità dell’elmo consentiva inoltre ai soldati romani di dotarsi di pennacchi di riconoscimento, utili in battaglia per individuare i centurioni e le varie figure di comando delle truppe.
Oltre a quest’elmo, i subacquei hanno individuato altri 30 oggetti di uso militare e altri frammenti, che sono stati analizzati tramite TAC presso lo studio radiologico del dottore Giuseppe Perricone, a Trapani.
Fino a questo momento, gli archeologi hanno ritrovato 6 elmi indossati durante lo scontro delle Egadi, oltre a decine di rostri e a numerose imbarcazioni, che dimostrano la violenza perpetrata durante la battaglia.
Essa venne combattuta il 10 marzo 241 a.C. e allontanò definitivamente i Punici dalla Sicilia e dal Mediterraneo centrale. Essa provocò anche la distruzione della flotta cartaginese, che non si sarebbe più ripresa.
Secondo lo storico Polibio, i romani riuscirono a sconfiggere i Punici grazie al loro addestramento e alla migliore qualità delle loro navi, sebbene i Cartaginesi fossero numericamente superiori all'esercito romano.
Di recente, dal cosiddetto relitto del banco dei pesci, risalente al V secolo d.C., gli archeologi hanno inoltre recuperato una grande maniglia in bronzo, di cui non si conosce ancora l’uso. I reperti sono stati sottoposti alle cure delle restauratrici, anche grazie al contributo economico del mecenate statunitense Michel Garcia.
Quest’elmo segue lo stile Montefortino ed aveva una forma molto differente dagli elmi del periodo tardo repubblicano e del periodo imperiale, a cui siamo abituati grazie ai videogiochi e ai diversi sceneggiati.
L’elmo in questione era infatti principalmente conico e oltre ai due paragnatidi, che proteggevano le guance, aveva una manopola centrale rialzata e un paranuca, che avevano lo scopo di deviare i colpi nemici che raggiungevano l’elmo dall’alto e da dietro.
A comunicare la scoperta di questo elmo è stato lo scorso 5 settembre l’Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana, con l’assessore Francesco Paolo Scarpinato che ha commentato entusiasticamente il ritrovamento.
«L'elmo trovato a largo delle Egadi è uno dei più belli e completi mai recuperati – ha commenta l'assessore, Francesco Paolo Scarpinato - Questi ritrovamenti non solo arricchiscono la conoscenza storica della battaglia del 241 a.C., ma rafforzano l’immagine della nostra Isola come custode di un’eredità culturale unica al mondo.
È un risultato straordinario, frutto del lavoro congiunto della Soprintendenza del Mare, delle professionalità impegnate nelle ricerche e del sostegno di istituzioni e fondazioni internazionali.
Continueremo a investire nella tutela e nella valorizzazione di questo patrimonio, consapevoli che rappresenta una risorsa identitaria e culturale fondamentale per la Sicilia». Secondo gli archeologi, questa tipologia di elmo venne introdotto nell’esercito romano dai Celti dell’Italia settentrionale nel IV secolo a.C., venendo poi abbandonato durante il I secolo a.C., poco prima dell’inizio delle Guerre civili.
La protuberanza alla sommità dell’elmo consentiva inoltre ai soldati romani di dotarsi di pennacchi di riconoscimento, utili in battaglia per individuare i centurioni e le varie figure di comando delle truppe.
Oltre a quest’elmo, i subacquei hanno individuato altri 30 oggetti di uso militare e altri frammenti, che sono stati analizzati tramite TAC presso lo studio radiologico del dottore Giuseppe Perricone, a Trapani.
Fino a questo momento, gli archeologi hanno ritrovato 6 elmi indossati durante lo scontro delle Egadi, oltre a decine di rostri e a numerose imbarcazioni, che dimostrano la violenza perpetrata durante la battaglia.
Essa venne combattuta il 10 marzo 241 a.C. e allontanò definitivamente i Punici dalla Sicilia e dal Mediterraneo centrale. Essa provocò anche la distruzione della flotta cartaginese, che non si sarebbe più ripresa.
Secondo lo storico Polibio, i romani riuscirono a sconfiggere i Punici grazie al loro addestramento e alla migliore qualità delle loro navi, sebbene i Cartaginesi fossero numericamente superiori all'esercito romano.
Di recente, dal cosiddetto relitto del banco dei pesci, risalente al V secolo d.C., gli archeologi hanno inoltre recuperato una grande maniglia in bronzo, di cui non si conosce ancora l’uso. I reperti sono stati sottoposti alle cure delle restauratrici, anche grazie al contributo economico del mecenate statunitense Michel Garcia.
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