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L'anima (intima) di Palermo in olio su tela: la città "vista" dalle opere di Gonzalo Orquín

Negli spazi monumentali di Palazzo Sant’Elia, la mostra è il frutto di una residenza artistica di tre mesi che Orquín ha trascorso nel capoluogo siciliano. Vi ci portiamo

Marta Mangiapane
Laureata in Mediazione Culturale del Patrimonio Artistico
  • 11 ottobre 2025

Testa di ragazzo (Placido) di Gonzalo Orquin 50 x 40 cm. Olio su tela, 2014

Un artista nomade, uno sguardo delicato e militante, una pittura che racconta il reale attraverso l’intimità, l’erotismo quotidiano e la malinconia. È questo il mondo che Gonzalo Orquín (1982), pittore andaluso, porta in mostra a Palermo con la mostra Viaggio in Italia (2005–2025), un progetto espositivo che segna il culmine di vent’anni di vita artistica tra Spagna e Italia.

Inaugurata il 3 settembre 2025 negli spazi monumentali di Palazzo Sant’Elia, la mostra è il frutto di una residenza artistica di tre mesi che Orquín ha trascorso nel capoluogo siciliano, città che definisce “una realtà dalle molte anime” pertanto difficile da raccontare ma capace di generare visioni profonde.

Palermo, con le sue contraddizioni e la sua bellezza accumulata nei secoli, si è rivelata un terreno fertile di ispirazione e confronto, stimolando una nuova serie di opere inedite, che dialogano con l’identità e l’anima della città. Gonzalo Orquín ha esordito giovanissimo nel panorama artistico: la sua prima mostra risale al 1998, a Siviglia, quando aveva appena 16 anni.

L’arrivo in Italia nel 2004 grazie al programma Erasmus rappresenta una svolta: da quel momento, la sua vita e la sua ricerca artistica si dividono tra i due Paesi, Spagna e Italia, in un continuo oscillamento emotivo e culturale. Il titolo “Viaggio in Italia” richiama volutamente la tradizione del Grand Tour e sottolinea la lunga relazione dell’artista con il paesaggio culturale italiano.

Ma il suo è un viaggio intimo, condotto attraverso lo sguardo sull’altro e a volte su sé stesso, nel solco di un realismo figurativo che costituisce il filo rosso della sua produzione. La pittura a olio è la tecnica prediletta da Orquín, che costruisce i suoi quadri con rigore formale e un gusto per la composizione che guarda ai grandi maestri: da Giotto a Piero della Francesca, passando per il Novecento italiano di Casorati e Sironi. Le sue opere restituiscono un universo abitato da figure, ritratti, nature morte e scene di interni: spazi comuni, apparentemente ordinari, ma sempre attraversati da un senso di sospensione e intimità. I protagonisti delle sue tele sono eroi contemporanei, spesso colti in momenti di vulnerabilità, amore, attesa.

L’erotismo è tratteggiato con sensibilità e pudore: un erotismo quotidiano, vissuto nei gesti semplici, nella domesticità, nei corpi rilassati. I colori tenui e la luce naturale contribuiscono a creare atmosfere silenziose. Accanto alla qualità estetica, c’è anche un voler esprimere impegno politico.

La sua arte è anche un atto di difesa e affermazione della libertà. Attivo nella tutela dei diritti della comunità LGBTQIA+, Orquín si è spesso confrontato con tematiche legate all’identità, alla visibilità e alla discriminazione, portando avanti una riflessione potente e necessaria sul ruolo dell’arte come strumento di resistenza e consapevolezza.

Il soggiorno a Palermo ha segnato una nuova fase nel lavoro di Orquín. Nelle opere nate durante la residenza emergono architetture come sfondi narrativi – non semplici quinte, ma presenze vive – e nuove figure che incarnano la complessità e l’umanità del contesto palermitano. Ogni tela nasce da un incontro, una suggestione, un frammento di realtà.

Ed è proprio la realtà, mai idealizzata, a costituire il cuore della ricerca di Orquín: una realtà filtrata dallo sguardo partecipe dell’artista, che sceglie di restituirla con autenticità e delicatezza. La mostra Gonzalo Orquín. Viaggio in Italia (2005–2025) è visitabile fino al 26 ottobre 2025 presso Palazzo Sant’Elia. Un’occasione unica per immergersi in un percorso pittorico che, attraversando due decenni e due culture, restituisce un ritratto profondo del nostro tempo.
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