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Progettò il Teatro Massimo ma non lo vide finito: quando a Basile fermarono i lavori

Oggi ricorrono i 200 anni dalla nascita di Giovan Battista Filippo Basile, l'architetto palermitano che ha saputo rinnovare la cultura e l'architettura siciliana

Silvia De Luca
Giornalista
  • 8 agosto 2025

Teatro Massimo di Palermo

L’8 agosto 1825 nasceva Giovan Battista Filippo Basile, uno dei più grandi architetti siciliani, la cui visione innovativa ha plasmato l'identità culturale dell'Isola, intrecciando architettura, arte e paesaggio in un linguaggio senza tempo.

In occasione del bicentenario dalla sua nascita, l’eredità dell’architetto e innovatore Giovan Battista Filippo Basile viene celebrata e ricordata dall’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Palermo insieme alla sua Fondazione durante l’incontro pubblico "L’arte rinnova i popoli. Architettura, paesaggio e identità a 200 anni dalla nascita di G.B.F. Basile", in programma oggi (8 agosto), dalle ore 18.30 alle 20.30, presso la sede dell’Ordine in piazza Principe di Camporeale.

Attraverso le sue opere, l’architetto Basile ha saputo rinnovare la cultura e l'architettura siciliana coniugando il rispetto per il passato con una visione audace verso il futuro.

Dalla conservazione degli archivi alla rigenerazione urbana, passando per il ruolo fondamentale che il Teatro Massimo e il suo giardino storico ricoprono nel panorama culturale, è la presidente dell’Ordine degli Architetti di Palermo, Giuseppina Leone, ad approfondire la figura dell’architetto Basile in occasione di questo importante anniversario.

«Io credo che sia fondamentale ricostruire il profondo legame tra la storia e il progetto urbano, tra l’estetica del costruito monumentale, il nostro presente e la visione del futuro - spiega la Presidente Leone -. Di tutto questo Basile fu un padre nobile dall’indiscusso talento, un maestro apprezzato anche al di fuori del contesto nazionale, un traghettatore della cultura progettuale siciliana anche attraverso il talento plasmato del figlio Ernesto, ma questa è un'altra storia.

Festeggiare Giovan Battista Filippo Basile nel giorno del bicentenario della sua nascita - continua la presidente - significa ricordare alla comunità il valore civile e culturale della sua opera che è ancora viva nella memoria degli architetti siciliani e dei cittadini che ogni giorno si emozionano davanti alla magnificenza del Teatro Massimo, forse l'opera moderna siciliana più nota al mondo».

Il Teatro Massimo è in effetti l’opera più iconica dell’architetto Basile e, come spesso accade, le grandi opere nascondono anche storie meno note, che rendono la loro realizzazione ancora più unica. Il celebre teatro palermitano non fa eccezione.

Come ci racconta l’architetto Leone, infatti, «il più prestigioso architetto del nostro Ottocento ebbe problemi burocratici in seno al lungo cantiere del Teatro Massimo, per una diatriba relativa al concorso in cui il suo progetto venne scelto come primo classificato dalla Giuria presieduta da Gotfried Semper. Anche a causa di questa querelle i tempi del cantiere si diluirono così tanto che Giovan Battista Filippo Basile purtroppo non riuscì a vederne la fine.

La brutta abitudine relativa a storie di cantiere che si imbattono in complesse dinamiche burocratiche non è affatto mutata dopo oltre un secolo ed è argomento dirimente, al quale siamo chiamati ancora oggi a dover rispondere».

Seppur tutti ricordino la figura di Giovan Battista Filippo Basile proprio per la realizzazione del Teatro Massimo, l’architetto è autore di altri importanti frammenti della nostra città e non solo. Come sottolinea la Presidente, Giuseppina Leone, il bicentenario dalla sua nascita diventa, dunque, il momento ideale per riscoprirli.

«Meritano senz’altro di essere riscoperte quelle opere di piccola scala e le sistemazioni urbane: a Monreale la piazza antistante il Duomo Normanno, a Palermo il collegamento tra piazza Marina e piazza Santo Spirito. Interventi nei quali antico e moderno si fondono con un lirismo tale da farli apparire come se fossero parte naturale della storia dei luoghi, mentre invece appartengono al retaggio dei neostili ottocenteschi di cui Basile fu Maestro».

Eppure le numerose opere architettoniche non costituiscono l’unico lascito che Basile ci ha donato.

La Presidente Giuseppina Leone, infatti, sostiene che l’autentica eredità di Giovan Battista Filippo Basile consista in «una pedagogia della bellezza applicata all'architettura della città. Ogni opera che si costruisce incide profondamente sulla percezione e sul benessere dei cittadini e di questo si deve tener conto soprattutto quando si interviene su palinsesti storicizzati da stratificazioni millenarie. Basile ne era pienamente consapevole e la sua produzione - sia architettonica sia a scala urbana - lo dimostra».

La Presidente dell’Ordine degli Architetti di Palermo, Giuseppina Leone, conclude sottolineando che «la vera rigenerazione urbana trae la sua linfa progettuale proprio dal rispetto del patrimonio architettonico e culturale esistente, dall’identità dei luoghi e dal contesto paesaggistico in cui si inserisce. La rigenerazione urbana non è quindi in contrasto con la tutela e valorizzazione del patrimonio architettonico, paesaggistico e culturale esistente, ma ne è un naturale esito.

Basti pensare all’intervento di Giovan Battista Filippo Basile nella piazza antistante il Duomo Normanno di Monreale o all'obelisco di Gibilrossa, esempi che, con coraggio, hanno eseguito i nostri padri nobili dai quali possiamo cogliere il significato della rigenerazione urbana poiché ci mostrano come sia possibile intervenire nei tessuti storici e nel paesaggio con sensibilità, continuità e visione».
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